Il bastone da passeggio

Nel 1921 avevo la mania di cercare quei bastoni da passeggio come li portavano i nostri nonni, con il becco fatto di un sol pezzo col bastone, invece di esservi attaccato artificialmente. Non si trovavano che bastoni col becco appicicato o con l'impugnatura ricurva. Una notte, sogno di visitare Harrow e di trovare, in una bottega con un coccodrillo in vetrina, trenta di questi bastoni. Stavano dentro un vaso di ceramica. Un vecchio mi chiede 50 franchi. Ad ogni bastone c'è attaccato un sonaglio che lui taglia; mi sveglio.
L'indomani racconto il sogno a Radiguet e gli propongo di partire per Harrow. Lui amava le cose assurde e mi credeva. non avevamo calcolato bene il cambio della moneta tanto che arrivammo a Londra con le tasche vuote. Alla stazione Victoria mi trovo faccia a faccia con Reginald Bridgeman, un amico che abita nella campagna inglese e che non avevo avvisato del mio viaggio. Ci porta con sè e ci ospita.Gli racconto il mio sogno e gli chiedo dove si trova Harrow. "E' la prima stazione dopo la mia" mi dice. "Vi andremo domani. C'è la mia scuola. Ma la tua bottega non esiste. Per di più domani è domenica, e non troveremo nessun negozio aperto".
A Harrow pranziamo all'hotel della Testa del Re. Dopo pranzo, risaliamo la strada principale in dissesto (la stavano riparando). Scorgo una bottega aperta, nella cu vetrina pendeva un sacco di pelle di coccodrillo per le mazze da golf. Entro e trovo nel vaso i miei trenta bastoni. Do al vecchio i 50 franchi. I sonagli corrispondevano alle guarnizioni staccate che lui rinchiodò su ogni bastone con un colpo di martello.
(Tratto da "Il mistero laico", di Jean Cocteau)

Il dandy è uno degli ultimi che, a malincuore, ripone il bastone da passeggio, elegante rimasuglio della spada da gentiluomo dell'Acien Régime. Majakovskij non l'abbandonava mai, neanche sulla spiaggia, dove passeggiava in bermuda e cappello di feltro calcato sugli occhi. A proposito del bastone da passeggio Filippo de Pisis, nel suo trattato sull'eleganza, raccomanda "cautela, gusto e acume nella Montesquiou ritratto da Boldini.scelta", oltre a reputare indispensabili "finezza e buon gusto", dicendo che l'eleganza vera "molto consiste nella originalità, ma bisogna andar cauti". Oscar Wilde teneva molto ai suoi bastoni, che variavano dalle fogge più sottili, leggere ed eleganti, fino a quelli grossi e pesanti come quelli per cui solo Balzac fu famoso, incrostati di preziosi, o dal pomo asceticamente liscio; una volta disse ad un amico che veniva a fargli visita di non trovare più il suo amato bastone, ed era disperato. Gli raccontò un'infinità di peripezie che molto probabilmente il suo bastone aveva subito dopo il furto. Ma l'amico lo deluse subito individuando l'oggetto di tante chiacchere in un angolo della stanza: "Ma, signor Wilde, è là il suo bastone!". E Wilde, per nulla sorpreso, "Uh? ...Ah, sì, certo." Ultimamente il bastone da passeggio è tornato in auge tra gli intellettuali eleganti, o presunti tali. Il noto conduttore Funari lo utilizza sia in trasmissione che fuori, ma non è dandismo il suo, solo una vaga eccentricità, come la bombetta nera o la lunga barba bianca. Tom Wolfe invece, famoso scrittore dandy americano, lo porta sempre con sè, sfiorando pericolosamente l'eccentricità, seppur rientrando ancor nei dandistici canoni démodé.