Cecil Beaton (Londra, 1904 - Broad Chalke, Salisbury, 1980) comincia a fotografare già da bambino mettendo in posa i famigliari; a 23 anni è già nella redazione di «Vogue» come disegnatore, e poi come star del ritratto e della fotografia di moda, fino all’ultimo servizio pubblicato nel 1979.Una produzione poliedrica che lo vedrà anche pittore, illustratore, scrittore e scenografo, e che include i reportage - durante la seconda guerra mondiale - per il British Ministry of Information, le collaborazioni come costumista e direttore artistico in film come «Gigi» e «My Fair Lady» e l’incarico di autore della nuova immagine della Royal Family.Ma sono i decenni Venti e Trenta (tra dandismo, cinema, moda, cultura e nobiltà) il momento in cui Cecil si consacra definitivamente fotografo. E come soggetto delle sue foto sceglie il bel mondo dei Bright Young People, il circolo di giovani aristocratic...[continua]
Napoli ha meritato aggettivi di ogni genere, nel bene e nel male, ma nessuno l’ha mai descritta come noiosa. La patria dei babà e dei botti di capodanno, della sfrontatezza e della comprensione, quella che Goethe definì paradiso abitato dai diavoli e chi è ancora più saggio evita di definire, è una città sepolta scoperta infinite volte, ma mai del tutto, perché la sua cifra è l'oblio e non la memoria. Pochi mesi fa Dolce & Gabbana l'hanno fortemente voluta come scenario per la festa più clamorosa della loro storia, cui sono intervenute più stelle di quante ce ne siano in una guida Michelin, eppure la cosa è caduta nella generale indifferenza. Si fosse celebrata a Milano, degli eventi in cui hanno profuso denaro e glamour si sarebbe parlato da Porta a Porta a Dagospia, mentre per fare notizia dalle mie ...[continua]
Stephen James Napier Tennant (21 aprile 1906 - 28 febbraio 1987) è stato un socialite britannico molto noto: era detto "the brightest”, ossia il più brillante, nella cerchia dei "Bright Young People", gruppo ndi giovani aristocratici che fecero scalpore per le loro feste scatenate ed in generale per il loro stile di vita lussurioso.Per nascita apparteneva alla nobiltà britannica: era il più giovane dei 4 figli di un pari scozzese, Edward Tennant, primo barone Glenconnor, e di Pamela Wyndham. Sua madre era cugina di Lord Alfred Douglas, l'amante di Oscar Wilde. Il fratello maggiore di Tennant, Edward, "Bim", morì durante la prima guerra mondiale. Un altro fratello, David, fu il fondato re del Gargoyle Club a Soho.Stephen non ebbe un’educazione scolastica formale, e fu istruito in casa; sua madre ne incoraggiò la propensione artistica. Nel 1922 si iscrisse alla Slade School of Fine Art dov...[continua]
Alle spalle c’era ancora Calais, battuta dal vento della Manica. Di fronte, la Costa Azzurra da raggiungere a bordo di un treno, blu come il cielo di notte.Le Train Bleu", così lo chiamavano i francesi, era il mezzo di trasporto più lussuoso dalla fine dell'Ottocento: dieci sfarzosissime carrozze affollate da facoltosi passeggeri in completo di cotone e organza.Di questo ritratto frivolo e spassoso della borghesia di inizio Novecento diretta in villeggiatura, il poeta, saggista, regista e attore francese Jean Cocteau decise di farne nel 1924 un libretto per un’opera di balletto russo. Cocteau si rivolse a Sergej Diaghilev, il più grande produttore di balletti russi del Novecento, a Bronislava Nijinska per la coreografia, contattò Picasso affinché dipingesse una tenda che potesse fare da sfondo all’opera e affidò i costumi a mademoiselle Coco Chanel.Ma che cosa avevano in comune Mademoise...[continua]
Francesco Caravita principe di Sirignano internazionalmente conosciuto come Pupetto, è stato senza dubbio uno dei personaggi più in vista nella Napoli del 900.Pupetto oltre ad essere stato uno degli ultimi nobili napoletani autentici in circolazione, ha rappresentato l’interprete più vero, più trasparente, più genuino di un certo modo di essere meridionale in generale e napoletano in particolare. E come in tutte le sue manifestazioni, ogni suo pensiero e modo di fare, era portato all’eccesso.Egli rifiutava razionalmente la sistematicità e l’impegno del lavoro, ma possedeva a dismisura tutte quelle qualità che hanno fatto grandi nei secoli i napoletani: la bontà, la fantasia, l’intelligenza, l’arguzia, l’amore per le cose belle, la genuina solidarietà verso il prossimo, la negazione della ripetitività, la ricerca del nuovo e dello sconosciuto.Una vita appassionante, vissuta con trasporto ...[continua]
«Bisogna morire molte volte per imparare a vivere» ripeteva don Alessandro Ruspoli, nono principe di Cerveteri e quattordicesimo conte di Vignanello, capo di una casata millenaria che fu per secoli colonna del potere papale, noto come Dado agli happy few che nel dopoguerra, dopo il buio della tragedia, colorirono di eccessi le cronache mondane tra vecchia Europa e Stati Uniti.Dado è spirato ieri mattina a ottant'anni, consumato da un estenuante enfisema e da un tumore al fegato scoperto giorni fa. L'addio sarà in sintonia con l'uomo. Domani alle 12 funerali, da principe cattolico, nella basilica di San Lorenzo in Lucina. Alle 21 grande festa «per sostenere l'arte della danza» allo spazio Etoile, di fronte alla chiesa. L'invito firmato da Dado e da sua moglie Patricia con Anna Fendi è stato confermato ieri. L'ultimo desiderio dalla clinica: «Per favore, non cancellate nulla». E' la sua de...[continua]
Non erano boys, però effettivamente giocavano, e nel gioco tutti si divertono, anche i perdenti o ‘le perdenti.’ Leggo oggi rievocazioni di quella specie maschile come un genere estinto e superficiale, ma sono articoli di chi non li conobbe. Sono articoli di chi non ha mai ritenuto la vita talmente preziosa da volerne assaporare ogni minimo regalo naturale, a costo di farsi giudicare con malanimo e pregiudizio.Non a caso questa particolare categoria di giovani signori ebbe il suo momento di gloria nel dopoguerra e nella generale euforia che seguì la fine dei conflitti, allorché era indispensabile tradurre tutto in gratitudine, buonumore e leggerezza.D’accordo: vi furono amanti libertini storici come Casanova e don Juan, e a fine ‘800 una lunga sequela di nomi ai quali si potrebbe aggiungere Gabriele d’Annunzio, maestro della seduzione, benché bruttino e sostenuto principalmente dalla sua...[continua]
Truman Streckfus Persons nasce a New Orleans nel 1924. I genitori divorziano quando lui ha quattro anni: la madre, molto bella e molto giovane, vince un concorso di bellezza, abbandona la famiglia e si trasferisce a New York. Il piccolo Truman cresce tra l’Alabama, la Louisiana e il Mississippi.A sei anni va a vivere a Monroville da alcuni parenti e stringe un legame importante con sua cugina Sook: è più grande di lui, ma è rimasta un po’ bambina a causa di una febbre tifoide che le ha procurato un certo ritardo mentale. Sook prepara a Truman delle focacce che insaporisce in segreto con un goccio di whisky, lo aiuta a ritagliare carta colorata per costruire gli aquiloni e lo veste da donna come se fosse la sua bambola.Quando non è con Sook, Truman passa il tempo in compagnia della sua vicina: Nelle Harper Lee. A proposito: si dice che Truman abbia contribuito in modo sostanziale alla ste...[continua]
Quando, il 30 novembre del 1954, si uccide precipitando dal secondo piano dell’Hotel Eden di via Veneto, ad accorrere è tutta la Roma che conta, e non solo quella.Arrivano Gianni Agnelli ed Alberto Moravia, Curzio Malaparte ed Edda Ciano, Dado Ruspoli e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La vita di Raimondo Lanza, figlio illegittimo dell’unico erede della casata Trabia Branciforte, finisce nel modo in cui era andata avanti negli ultimi vent’anni: sotto il flash dei fotografi e sulle prime pagine dei settimanali patinati.Raimondo Lanza di Trabia nasce la notte del 9 settembre del 1915. Ha il sangue blu, ma è figlio di uno scandalo. I suoi genitori non sono sposati: il padre è Giuseppe Lanza Branciforte di Scordia, l’ultimo rampollo di una delle famiglie più blasonate d'Europa; la madre è Madda Papadopoli Aldobrandini, una nobildonna veneziana che ha già una figlia, nata da un altro legame.Per ...[continua]
L’homme fatalDenny Fouts, il mantenuto più famoso del Novecento, visse tra i lussi del mondo e morì giovanissimo a Roma dopo aver incantato un paio di regnanti e quasi tutti gli scrittori gay. Isherwood, che nel 1955 venne a omaggiarlo al cimitero acattolico, lo descrive come “Dorian Gray che riemerge dalla tomba”.Il mantenuto più famoso del Novecento: è sepolto a Roma. Nel cimitero acattolico della Piramide Cestia, il più elegante della città, forse dell’occidente; alla vigilia di Natale, ragazze bionde con grandi sciarpe écru depositano roselline su piccole lapidi liberty con nomi di nonne tedesche circondate da basse siepi di bosso; qualcuno ha messo due bastoncini d’incenso su una lapide russa; il profumo si sparge nell’aria; un annuncio in tre lingue, sommesso, con sottofondo d’archi, indica che quasi è l’ora di chiusura: niente di vagamente comparabile con cimiteri popolari tipo Ve...[continua]