Molti Cavalieri
conoscono ed amano le corride, altri non hanno dimestichezza con le forze che
essa agita negli animi sensibili alla bellezza e alla verità. Mi
piacerebbe che un loro pari possa, senza pretese di sapere più di quanto abbia
visto e vissuto, suscitare il desiderio di avvicinarsi a questo mondo di forti
sapori e comprendere come mai sia considerato una delle Nove Porte.
FERIA DE ABRIL, SEVILLA 2018 - IMPRESSIONI DI UN CAVALIERE
La corrida è
un'esperienza che può essere trasmessa solo dalla nostra parte emotiva ad
altre. Non pretendo di scriverne, ma avverto la necessità di esprimere quanto
ho vissuto. Tornato a Milano, il rumore prova a sommergere pensieri e
ricordi della Feria, ma le chiarine della Plaza de toros e le sevillanas suonate
nelle casetas si sono ben incastonate nella mia anima e credo che nulla
possa depredarmi del loro valore. Ho ancora nelle orecchie lo scalpiccio
delle carrozze ornate a festa, lo schiocco delle fruste dei cocchieri in tuba,
i fiori sul capo delle donne ben truccate e coloratissime nei loro abiti
tradizionali, il pasodoble "Ciel Andaluz", i garofani bianchi, rossi
e i rametti di rosmarino portafortuna nei taschini di uomini orgogliosi di
sentirsi e vestirsi come tali.
Alcune sensazioni della
fiesta brava emergono fortissime e immediate, altre lentamente, nei giorni
successivi. Solo ora infatti, a qualche giorno di distanza, Ora più che allora,
infatti, avverto la complessità di quanto è accaduto di fronte a me, che ho
avuto il privilegio di assistere, anzi partecipare (perché il pubblico è parte
integrante dello spettacolo tauromachico) ad una delle migliori
"faenas" del secolo. Siviglia, 16 aprile 2018, il quinto "toro
de la tarde" si chiama Orgullito ed è uno splendido animale della
ganaderia di Garcigrande. Tocca a El Juli, che ne interpreta la nobiltà con
passi lenti, bassi, profondi e ben legati. La continuità con cui
Orgullito risponde alla muleta caricando in modo franco è così generosa
che spinge ad altra generosità. A grande richiesta del pubblico, che rumoreggia
trasfigurato dall'altezza dello spettacolo, il Presidente della real Maestranza
mostra il fazzoletto arancio che significa "indulto". Il toro, questa
volta, tornerà vivo all'allevamento per poter generare altri animali della
stessa casta. A El Juli tocca un bottino storico: 1 indulto, 4 orecchie e
l'apertura della Puerta del Principe. Ho assistito a "chiquelinas" al
rallentatore, "naturales" drammatici, corna praticamente
calamitate alla "chaquetilla" del torero per infiniti secondi. C'è
stato un attimo nel quale ho avuto l'impressione che il toro si fosse
trasformato in un enorme boa nero che si avvolgeva intorno al torero che, con
infinito "temple", concludeva ogni serie di passi con un cambio di
mano ed un "pase de pecho" accompagnato da un profondo urlo
liberatorio con la spada al cielo.
In questa società postmoderna, dove i valori di riferimento sono prettamente
materiali, nulla è più equilibrato, equilibrante e necessario della corrida. Se
lo spettacolo è di questo livello, e non accade sempre, dopo due ore fuori dal
tempo, dalla logica, dal compromesso, in cui il sole fa brillare spade,
"trajes de luces", cavalli, sangue, il viola della cappa e il rosso
della muleta, non ricordi se e quanto hai urlato, se hai gettato il cappello
per una serie di "naturales" eseguiti con la mano sinistra, senza la
spada, e quindi terribilmente più pericolosi vista la minor superficie del
panno.
Nella corrida si celebra
l'essere e l'essere stato. Il torero viene portato in trionfo per il talento e
il coraggio, la fermezza e la passione, la drammaticità con cui tratta il toro
e la vita. Tutti valori anacronistici e pertanto oggi essenziali, non
descrivibili con le parole e ancor meno coi numeri.
Un tempo amavo
descrivere l'essenza dello Spirito Cavalleresco paragonandolo all'odore del
fumo di sigari avana combinato con il profumo di lavanda. Lo percepivo non
sempre ma, quasi magicamente, ad ogni Adunanza cavalleresca ben riuscita. A
questi due profumi, oggi, dopo aver assistito alla mia prima corrida dal vivo,
penso vada aggiunta l'idea dell' energia invisibile e dinamica che la folla
irradia alla "plaza de toros". Ora so perché i Saggi Fondatori del
Cavalleresco Ordine diedero alla tauromachia la dignità di Porta, varco verso
la conoscenza assoluta.
Quel che ho visto è un
mix di serietà ed entusiasmo, un "desiderio ardiente de ir a mas", di
andare oltre la realtà visibile. Trovando il valore per gettarci sulle corna
come il torero durante la "suerte suprema", con passione, coraggio e
severo dominio di sé stessi. E' così che la nostra esistenza diventa
degna, diventa vita.
Costi quel che costi.
Cavallerescamente
Mauro De Chiara
Prefettura di Milano
Qui di seguito, il
link alla faena di cui parlavo: El Juli indulta il toro.
https://www.youtube.com/watch?v=bvUxGNQ0eFY