Ce li ricordiamo tutti. In tanti
film. E nei nostri frequenti viaggi oltre confine in Francia. I fari gialli
delle auto francesi erano come il muscadet con le ostriche, icona materiale di
un’atmosfera nazionale. Adottate nel 1939, leggenda dice per distinguere i
veicoli francesi da quelli degli invasori tedeschi, resistono fino al 1993,
quando la pressione della comunità europea comincia la sua meticolosa opera
livellante ed omologante.
Abbagliavano meno delle luci
bianche – altra teoria sostiene che fu proprio questa la ragione della loro scelta
– e davano alle auto un’aria molto fané, una grande carica retrò
che su alcuni modelli raggiungeva un fascino terribile.
Non so se le avrei mai volute sulla
mia auto ma so di certo che era un'altra di quelle immagini dell’epoca classica
che è morta sotto la scure dell’uniformazione. La bellezza è sempre nelle
differenze, bene di cui il mondo d’oggi ha enorme paura. Era bello ritrovarle
nei viaggi, nei luoghi, negli oggetti, nelle persone, nelle donne. L’Uomo
Classico le riconosce come espressione delle diversità dell’Uomo.
Eh sì, erano affascinanti ma, più
importante, erano “francesi”.
Cavallerescamente
L.V