SCOPO E METODO DELLA CRITICA DEL
VESTIRE
Illustri Cavalieri,
classico significa eterno. Come antichi templi, anche i capi classici subiscono
danni ed evoluzioni, conservando però quel tipo di immortalità riservato alle cose
umane che elevano chi le comprende. Ciò che è eterno è sacro, ciò che è
sacro è misterioso e nel mistero la storia si mescola alla leggenda, le persone
al mito. Per addentrarsi con profitto in tali regioni dello spirito, il social
media che esiste fin dal big bang per cui vi sono iscritti tutti e tutto, occorre
capire che il tesoro che ha senso cercarvi è per l’appunto il senso. Nessuno
potrà mai dimostrare il momento e la persona da cui hanno avuto origine il
blazer o i jeans, ma una sapiente ricerca può ricostruirne la genesi e lo scopo
originario di qualsiasi capo Classico, coglierne il valore universale e analizzarne
i tratti distintivi, le caratteristiche che consentono di attribuire a un
esemplare il nome che presume di meritare, un altro, o nessuno. Già ai tempi
del primo Castello il Cavalleresco Ordine dei Guardiani delle Nove Porte creò la
Critica del Vestire, allo scopo di raccogliere dati, fonti e considerazioni
utili a dare all’Abbigliamento il posto che gli spetta tra le Arti. Vestire Classico è cantare intorno al fuoco le
gesta di eroi, la celebrazione
di un rito, una festa spontanea non prescritta dai calendari. La Critica del Vestire
è l’avventura con la quale si risale un fiume di memoria sino alle sorgenti, ovunque
esse siano. Analisi dei
fatti e speculazione concettuale vi concorrono in uno sforzo che ha un fine,
non una fine, perché il passato cambia costantemente. Il Metodo Cavalleresco considera dunque la
ricerca un’opera infinita, perché lo studioso del Classico deve essere
consapevole che il suo ruolo non consiste nel raggiungere, bensì nell’aggiungere
qualcosa. Un nuovo punto di vista, una nuova faccia a un poligono il cui numero
di lati non è dato conoscere perché tante volte infinito quante volte si
ricomincia a esaminarlo. Solo chi è accecato dalla presunzione giunge a una
verità assoluta e definitiva, che in questo campo è la più infida delle
bugie. Qualche studioso di Omero darebbe la mano destra in cambio delle prove su
luoghi e date di nascita e morte di Ulisse, ma se pure ne trovasse i
certificati in originale, sarebbe giunto al capolinea? La verità può essere un oro
più velenoso del mercurio. Usata con modi men che nobili può far apparire falsa
la storia che appariva così preziosa così com’era, prima che uno straccione
trovasse quella pepita e si dichiarasse ricco facendo tutti più poveri. Dopotutto
ci muoviamo nel campo dell’arte, non della scienza. Il teorema di Pitagora è
sempre lo stesso, I Miserabili si arricchiscono un po’ ogni volta che vengono tradotti,
adattati, rappresentati, cantati o semplicemente letti. Ovviamente cambia quello
che sta tra le righe, non il testo, proprio come una foggia muta leggermente per
ogni sarto, cliente, città, secolo o film che la riproponga. Ciò che resta sono
i significati sottili che ci fanno sentire bene attraverso un capo in cui altri
occhi potranno leggere tutto ciò che intendevamo raccontare e usare la nostra
immaginazione per arricchire e stimolare la propria. Insomma un capo
Classico è come un libro, di tutti e di nessuno. Possiamo possederne una
copia, magari cinque in diverse edizioni, ma il contenuto immateriale che lo rende
grande è universale. Abbiamo subito parlato di ricerca, ma di cosa? Su questo
il Metodo è chiaro, pur se sempre suscettibile di ulteriori miglioramenti. La
Critica Cavalleresca investiga liberamente dove, quando, da chi e perché un
capo sia nato. Una volta in possesso dei quattro elementi responsabili del suo
spirito, si può distinguerne la quinta essenza: l’anima. Si tratta del come,
ovvero dei caratteri indispensabili all’oggetto per meritare un nome classificato
e quindi lo status di classico. Infine, perché la ricerca possa essere
condivisa con profitto, occorre evitare per quanto possibile l’ambiguità. Pertanto
in un lavoro critico vanno fornite date certe ed è bene dare una definizione dell’oggetto
di studio e di ogni vocabolo essenziale che possa essere inteso in più modi.
Il Gran Maestro