Il portico dei maestri



Ottica Alessandro Spieza

Via del Babuino, 199 00187 Roma Tel. 06.3610593

Apprendre à voir est le plus long
apprentissage de tous les arts"
(De Goncourt)


Miope dalla tenera età di cinque anni, convivo da sempre con gli occhiali da vista. La conversione alle lenti a contatto, che uso per gran parte della giornata, non ha modificato in alcun modo il forte rapporto che mi lega agli occhiali: pur continuando a ricorrere a quelli da vista nelle ore serali, ho potuto soddisfare pienamente anche il desiderio ed il piacere di indossare, durante il giorno, occhiali da sole non graduati. Il mio deficit visivo si è trasformato, così, in un ampliamento delle opportunità di utilizzo di questo importantissimo accessorio. Nell’avvincente "North by NorthWest" di Alfred Hitchcock, noto in Italia come "Intrigo internazionale", Cary Grant sfugge alla polizia da cui è ricercato inforcando, in una stazione ferroviaria gremita di gente, un paio di occhiali da sole per mascherare il proprio volto fotografato da tutti i giornali come quello di un pericoloso assassino. Quel paio di occhiali, dall’evocativo nome di Panthos, montatura tartarugata, linea sobriamente arrotondata, hanno sempre rappresentato, per me, eleganza, avventura, mistero. Ho cercato lungamente quella montatura che aveva incantato la mia immaginazione. Ne ho fatto un modello di riferimento. L’ho trovata, infine, nel cuore del centro storico di Roma, a pochi metri da Piazza del Popolo, nel piccolo ma ricchissimo negozio di Alessandro Spiezia. Persona colta, elegante, di notevole disponibilità e cortesia, Spiezia vi lavora da circa quaranta anni. Oltre a gestire direttamente il negozio, in cui è affiancato dal figlio, Spiezia è anche presidente dell’Associazione Italiana Ottici, incarico che testimonia, oltre che della sua preparazione, anche delle sue doti di comunicatore e della passione con cui vive il proprio lavoro. Parlare della sua azienda, vuol dire parlare della sua vita, poiché Spiezia l’ha dedicata in massima parte agli occhiali. "Si tratta", mi racconta, "di una professione che si svolge in un campo delicato – quello della correzione delle ametropie – nel quale il cliente deve essere seguito con grande passione. Nonostante la ricerca in campo oculistico abbia fatto, negli ultimi decenni, passi da gigante, proponendo sempre nuove e raffinatissime tecniche di correzione dei difetti della vista, l’occhiale è comunque un oggetto con cui numerosissime persone devono, prima o poi, fare i conti. E, spesso, quando ci si accorge di dover necessariamente ricorrervi, si possono vivere momenti di forte turbamento psicologico. Non è solo il cambiamento della propria fisionomia ad intimorire, ma anche il rapporto con l’oggetto, la sensazione, almeno all’inizio, di avere a che fare con qualcosa di estraneo, il cui peso e il cui ingombro non sono indifferenti. L’ottico-optometrista si trova spesso di fronte a questi problemi. Il suo compito è quello di cercare di infondere serenità e sicurezza nel cliente, di fare amare quell’oggetto o, quanto meno, di farlo accettare. Ciò significa anche studiare il modello più adatto alla fisionomia di ciascuno. Ovviamente, il lavoro non si limita al consiglio dell’occhiale, ma spazia fino allo studio delle soluzioni più idonee a fronteggiare le problematiche più invasive come, ad esempio, le alte miopie, le forti ipermetropie, gli astigmatismi elevati". "Entrando nel mondo dell’ottica", mi dice Spiezia, "la moda ha risolto moltissimi problemi: sono finiti i tempi (erano gli anni Quaranta del secolo scorso) in cui Aldous Huxley nel suo trattatello intitolato "L’arte di vedere", consigliava il metodo Bates, incentrato sull’idea che i difetti della vista andassero corretti in modo naturale e non con strumenti artificiali come gli occhiali. Oggi, portare gli occhiali è un’opportunità per sentirsi alla moda. L’occhiale fa tendenza e non è considerato più un oggetto invasivo". A questi sviluppi contribuisce non poco anche la cultura dell’immagine che permea la nostra società. In un mondo in cui ciò che appare sovrasta ogni altro aspetto della personalità, l’occhiale diviene l’accessorio dotato delle maggiori capacità espressive. Spiezia, tuttavia, segue le mode fino a un certo punto, avendo scelto, nella sua professione, di mirare in misura maggiore alla qualità. Ciò rende conto dell’aspetto più interessante della sua attività, rappresentato dalla realizzazione di occhiali da lui stesso disegnati e, più in generale, di montature su misura. In questo campo si sviluppa maggiormente la sua passione per il lavoro, la sua continua ricerca nel campo dei materiali, l’attenzione per quanto di meglio esista sul mercato. Ciò gli consente di offrire montature in corno, in tartaruga, in legno, in oro. Di soddisfare, in definitiva, qualsivoglia richiesta, anche del più esigente dei clienti.

Italo Borrello

IMMAGINI
















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