Il portico dei maestri



Cappelleria Melegari

Via Paolo Sarpi, 19 20154 Milano tel. 02 312094

In quella che è oggi la Chinatown di Milano, resistendo a tutto, si erge fiera come un baluardo la Cappelleria Melegari. Non è un negozio, ma un vero e proprio laboratorio artigianale, nascosto dietro la vetrina a due luci. Ne fa parte anche una dependance fuori città. Il Milanese entra nel "negozio" e sale le scale sino al primo piano, poi incuriosito sale nuovamente le scale verso il secondo, per giungere stupito in un laboratorio dove vengono restaurati, ma anche fabbricati cappelli su misura. Fondatore dell’attività fu Ferdinando Melegari, nonno materno dell’ attuale proprietario e Maestro Cappellaio: Luigi Anzani. Melegari era nato a Parma ed emigrato giovanissimo in Francia, dove "si era fatto le ossa ed aveva imparato il mestiere di cappellaio in uno stabilimento che produceva bombette e cilindri". Tornato in Italia, si sposò e dal matrimonio nacquero nove figli. Per anni, a causa del lavoro, sempre nell’ambito della produzione di cappelli, girò per la nostra penisola. Si stabilì per qualche tempo a Pisa, dirigendo una ditta del settore. Qui sarebbe nata nel 1891 la figlia Ada, che lo seguirà nell’attività di via Paolo Sarpi. In seguito fu rappresentante di cappelli tedeschi, ma le avvisaglie dell’imminente conflitto mondiale lo spingono a scegliere un’attività più stabile e, nel 1914, decide di aprire a Milano la Cappelleria Melegari, in un bel caseggiato borghese, appena costruito all’angolo tra la via Paolo Sarpi e la via Niccolini. Attualmente il negozio è sempre lì. All’età di 23 anni, quindi, Ada Melegari entra in negozio, ma il contatto con una clientela per la maggior parte maschile crea situazioni spesso imbarazzanti per una signorina dell’epoca. Negli stessi anni un altro figlio di Ferdinando, Enea, apre una Cappelleria Melegari in corso Vittorio Emanuele. Sono due negozi indipendenti, ma, visti i forti legami familiari, collaborano anche dal punto di vista professionale: in caso di necessità un negozio poteva rifornire l’altro. Nel 1933, Ada si sposa con Enrico Anzani, un capotecnico della Stipel che durante gli anni Quaranta affianca la moglie in negozio ed impara l’arte del cappellaio. "Quando uno ha buona volontà, sta attento e segue, ruba il mestiere". Da allora, il mestiere di Cappellaio è tramandato ai figlio Luigi, classe 1935 e Sergio nato nel 1966. "Un cono di feltro è come un pezzo di argilla, è l’artigiano a dargli la forma". I Maestri Cappellai Anzani sono infatti in grado di produrre un cappello a misura e completamente personalizzato secondo le richieste del cliente, fatto a mano - un fatto quasi rivoluzionario e dirompente al giorno d'oggi. Le forme sono tutte d'epoca e di legno e sono presenti anche molti materiali vintage; infatti "un cappello di feltro, non è proprio come un gatto, ma almeno 4 vite ce le ha. Se ben conservato durerà a lungo e sarà sempre impermeabile." Il costo del restauro, lavaggio, stiratura e messa in forma ammonta alla cifra insultante di € 25. E' possibile anche mandare il Cappello per corrispondenza e il tutto dura un minimo di un paio di settimane. Il negozio vende e restaura naturalmente anche cappelli di produzione Barbisio e Borsalino, splendide coppole inglesi e irlandesi di tweed a partire da € 30, panama originali per tutti i prezzi e gusti; ma anche bretelle fatte costruire appositamente da un laboratorio di Bergamo, che si possono richiedere completamente personalizzate nella lunghezza, larghezza e materiale. E poi camicie su misura, gemelli, cravatte, calze di provenienza inglese e - insomma - tutto il meglio degli accessori da uomo.

Dice il Maestro Anzani: "Un pensiero e un ringraziamento vanno ai maestri cappellai dai quali ho imparato questa antica professione. In particolare a Franco De Toffoli, cappellaio di Novate Milanese, che da tempo purtroppo non è più con noi; al maestro cappellaio Alfonso Lenisci, dal quale ho fatto vero e proprio apprendistato nella sua bottega laboratorio di via Vitruvio a Milano: infine a Gianni Sala, storico cappellaio monzese, per l'aiuto e l'attrezzatura necessaria passatami."

Giona Valerio Granata - Dicembre 2004

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