Yachtman

Chi acquista una barca per essere e non apparire lo sa bene:
ci sono vizi, vezzi e comportamenti che trasformano in pochi istanti uno yachtman in un barcaiolo della domenica
Si acquista un barca per essere, avere o apparire. Non è uno yachtman (sublimazione del gentleman) che acquista una barca ipertecnologica per pavoneggiarsi nella banchina del porto alla moda o per fare, al massimo, le diciotto miglia tra Capri e Napoli. Se non si ha l'anima del marinaio Odisseo, i più bei giorni della sua vita saranno quello dell'acquisto e quello della conseguente vendita della propria barca.
Lo yachtman ama la natura e la rispetta: questo è uno dei motivi per cui naviga: non utilizzerà il mare come una pattumiera e filerà fuori bordo solo rifiuti immediatamente biodegradabili. Buste di plastica, lattine di bevande e quant'altro saranno riservate alla nettezza urbana del prossimo scalo. Da pescatore e da sub eviterà l'assalto a specie protette o in via di estinzione solo per un trofeo in cabina. I suoi sport preferiti sono il fish-watching e la fotografia subacquea.

Il tipo di barca non ha importanza. Come ogni accessorio del'uomo elegante, la barca deve adattarglisi: non dovrà essere né troppo grande né troppo piccola per le sue esigenze. L'importante è che sia sempre in ordine, pulita, pronta ad accogliere allo stesso tempo i principi di sangue reale che hanno ormeggiato accanto o la misteriosa ragazza in jeans scoloriti che chiede un passaggio per il prossimo porto.
I dettagli sono essenziali. Il nome, ad esempio. Da evitare quelli pretenziosi tipo "L'inaffondabile". E' noto quello che successe nel 1912 ad un natante che aveva qualcosa di titanico nel nome… Essenziale l'elegante discrezione dello yachtman. Sbarcando in un porto per la prima volta sarebbe di pessimo gusto lo starnazzare urbi et orbi di essere proprietario o armatore della barca che ha appena dato fondo all'ancora. Bisogna tener presente che non v'è categoria più snob e più criticona degli addetti alle banchine: hanno prestato assistenza e servizi a barche più grandi della vostra. I vostri marinai vestiranno in estate una t-shirt con il nome della barca: indossatela. Anni fa, a Capri, in Piazzetta, chiesi ad un signore che indossava una maglietta con il nome "Nabila", se appartenesse all'equipaggio dello yacht. Un po' seccato, mi rispose di essere Adnan Kashoggi il miliardario proprietario dello scafo con eliporto incorporato!
Anche se il gran pavese è molto decorativo, usatelo con parsimonia, so-prattutto se siete alle prime armi. Entrando in un porto esibendo bandierine che alla vostra accompagnatrice potrebbero sembrare "tanto carine" correte il rischio di segnalare di avere malattie infettive a bordo o di trasportare esplosivi. Non è un buon biglietto da visita.
Lo yachtman avrà una particolare cura nello scegliere gli ospiti per le traversate, ricordando una regola aurea. Se spesso la convivenza è impossibile in un appartamento di medie dimensioni, figurarsi cosa può succedere nei pochi metri quadrati della cabina di una barca. I vostri accompagnatori (oltre a saper nuotare!) non dovranno soffrire il mal di mare e, se andate a vela, sarà opportuno che abbiano un minimo di conoscenze di manovre. Austeri signori sprovveduti potrebbero aversela a male se, bruscamente, ordinate loro di cazzare una cima. Diffidate da quelli che si proclamano esperti cuochi ed eccellenti cambusieri. il più delle volte sono soltanto scroccatori che non sanno preparare un uovo sodo.

Al di là dell'aspetto decorativo, le donne per un giro in barca andranno selezionate innanzitutto per la loro affinità con il mondo splendido dell'andare per mare. Possono costituire atroce ed insopportabile tortura gli strazianti ululati di un'ospite che si lamenta per un'unghia laccata e spezzata nell'aprire un armadietto. Anche in questo caso vale in mare la regola di privilegiare la praticità all'estetica. Se riuscite a riunire le due esigenze, siete dei maghi.
Esiste comunque un atteggiamento che dovrebbe accomunare tutti quelli che vanno per mare per qualsiasi motivo ed è rappresentato dal fair-play e dalla solidarietà verso il comune amico-nemico, il mare. Una barca in difficoltà dovrà essere aiutata, non ci potrà mai sottrarre ad una richiesta di aiuto o di soccorso, dovesse essere anche quella del vostro peggior rivale in amore o in affari. Soltanto i pirati profittano delle difficoltà altrui e, fortunatamente, il Mar della Cina è lontano.
Mi sembra superfluo cercare di dettare ulteriori regole. L'uomo sensibile che adatta la sua educazione e la sua intelligenza ai tanti imprevisti della navigazione, è uno yachtman. Gli altri sono barcaioli della domenica capaci spesso di confondere sterzo e timone.
[ GIOSI CAMPANINO DI SAN GIOVANNI ]
Segnalato da Monsieur di Maggio 2003
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