A TAVOLA CON UNA DAMA Nell’invitare a cena o a pranzo una Signora conosciuta da poco, sarà opportuno svolgere innanzitutto una discreta indagine sui suoi gusti. La propensione per un certo tipo di cucina potrà infatti indirizzarci nella scelta del locale più adatto all’occasione. Sarebbe sommamente deplorevole accompagnare una dama vegetariana in un locale dove servono soltanto carne, e così via. Inevitabile la prenotazione. Tra tante telefonate, prevedete anche quella al Ristorante. Se lo conoscete bene, e certo è opportuno che vi muoviate su terreno a Voi favorevole, predisponete l’accoglienza nel dettaglio: posizione del tavolo, posto dell’auto. Un’attesa in piedi o venti giri in cerca di un parcheggio sarebbero un pessimo esordio. Se si giunge al ristorante in coppia, entra prima il cavaliere. Se in duplice coppia, entra prima uno degli uomini e poi le signore. Chiedete subito del guardaroba, dove aiuterete la vostra dama a sbarazzarsi del soprabito. Offrite la sedia, che sarà quella con vista sulla sala. Tenete pure per voi quella che guarda verso le vette innevate o la scogliera mozzafiato: le nostre compagne preferiscono osservare la gente. Chi voglia far colpo sulla sua accompagnatrice si attenga almeno a queste tre regole minime: parli sommessamente, eviti di dare del tu ai camerieri (semprecchè non siano parenti stretti…) e non commenti i prezzi del menù. In certi ristoranti particolarmente raffinati esistono due menù, uno con i prezzi per i Signori, l’altro senza per le Signore. Al momento dell’ordinazione, il cavaliere chiederà alla dama cosa desideri e si farà interprete dell’ordinazione con il maitre. In base ai cibi si sceglieranno i vini, privilegiando, ovviamente, i gusti della Signora. Se le pietanze fossero servite in tempi diversi per ragioni di cottura, e fosse servito per primo il cavaliere, questi attenderà che sia servita anche la dama, nonostante i suoi rituali inviti "mangia, altrimenti si raffredda". Essenziale l’etichetta durante tutto il pasto. Non ricorderò che il cucchiaio serve esclusivamente per brodi e minestre liquide, che per ogni cibo esiste la posata giusta, che l’unico alimento che si può portare alla bocca con le mani è il pane etc. Se durante il pasto la dama dovesse sentire la necessità di alzarsi da tavola, il cavaliere si alzerà e l’aiuterà a spostare la sedia. Così al suo ritorno. La conversazione verterà su argomenti leggeri: commento sul cibo e sul vino, programmi per le vacanze o del week-end, le ultime letture. Da evitare, (semprecchè la dama non sia una sportiva) monologhi sull’ultimo campionato, su Schumacher e Barrichello etc. Potrà essere chic qualche leggerissimo accenno sulla pioggia all’ultimo concorso di Piazza di Siena, sul buffet del paddock a Monza etc. Ma senza esagerare. Per carità. Non rivelate nemmeno sotto tortura che la Ferilli o la Marini sono le vostre attrici preferite. Se la conversazione lo esige, dichiaratevi adoratore della Ingrid Bergman di Casablanca o di altre attrici scomparse. Mai alzarsi da tavola lasciando la dama sola, ammenocchè non si verifichi una catastrofe imprevista. Il cellulare andrà spento. Se proprio si attendono chiamate urgentissime si inserirà il vibracall. Si risponderà soltanto alla chiamata improrogabile, scusandosi con la dama, e non si darà ascolto ai soliti scocciatori. Il conto sarà pagato nella maniera più discreta possibile. Senza, ribadisco, commentarne l’importo. Sarà meglio pagare consegnando una carta di credito al cameriere con l’importo in contanti della mancia. All’uscita, se la dama ha un soprabito o uno scialle, il cavaliere lo ritirerà dal guardaroba ed aiuterà la dama ad indossarlo.