Funerali

Lo si fa una sola volta nella vita. Una volta fatto non lo si potrà rifare, per cui vale la pena di farlo bene per evitare le figuracce. Parlo dei nostri funerali. Come ho già suggerito per il necrologio (vedi) la cosa migliore sarebbe quella di organizzare tutto con molto anticipo, prendendo contatti con l'undertaker di fiducia per la scelta della bara, del tipo di autoveicolo, (evitiamo quelli troppo sfarzosi, del genere Rolls Royce adattata, fanno tanto parvenu!) della qualità e della quantità dei servizi richiesti. Per stare tranquilli sulla corretta esecuzione dei nostri ordini (e per evitare la micragna degli Eredi In Agguato), sceglieremo una Primaria Impresa che offra garanzia di lunga vita commerciale e pagheremo in anticipo. I nostri eredi penseranno a noi con ammirazione anche perché non saranno costretti a compilare un sostanzioso assegno. Quanto alla sepoltura, se non abbiamo almeno un posto in una cappella gentilizia o in una tomba di famiglia, non siamo nessuno. La nostra stima nell'ambiente crescerà se siamo titolari di una tomba di famiglia. Il nostro posto - cimitero sarà uno status symbol più di un posto - barca. Sulla pietra tombale che conserverà i nostri resti mortali, soltanto nome e cognome con data di nascita e data di morte (per evitare sgradevoli omonimìe). Assolutamente vietate fotografie ed altri ignobili orpelli di qualunque materia. Se proprio ci teniamo, un sobrio, elegante portafiori. Non mi stancherò mai di ripetere che l'eleganza è soprattutto semplicità. Veniamo al gran giorno. Esalato l'ultimo respiro, chi si occuperà di noi provvederà ad avvertire immediatamente l'impresa di pompe funebri per l'allestimento della camera ardente e per l'esposizione della nostra salma. Due possibilità. Ci faremo avvolgere in un lenzuolo bianco, oppure ci faremo abbigliare in abito scuro (meglio se disponiamo del nostro tight). Da non dimenticare la barba. Cresce anche dopo la morte ed un gentiluomo non si mostrerà mai con una barba incolta. Sulla nostra salma pochi, ma splendidi fiori. Un tocco di trasgressione potrebbe essere rappresentato dal nostro fiore preferito (che non sia una strelizia!) all'occhiello della giacca. Qualcuno dei nostri Cari Dolenti provvederà ad ordinare un cuscino con i nostri fiori preferiti ed a far pubblicare il nostro necrologio (vedi alla voce necrologi). Se si prevede un massiccio invio di ghirlande e bouquets, si inserirà la frase "Ringraziando anticipatamente, si prega di devolvere le somme per i fiori ed eventuali necrologi alla ****", specificando la nostra opera assistenziale preferita. Gli amici intimi dei nostri Cari Dolenti faranno in modo di aiutarli a ricevere le persone che accorreranno per manifestare cordoglio, dolore e partecipazione. Se in vita siamo stati particolarmente sinceri molti verranno a verificare se siamo effettivamente defunti per tirare un sospiro di sollievo. L'abbigliamento di uomini e donne presenti sarà su tonalità scure, ma senza esagerare con il nero. Assolutamente da evitare la presenza di bambini e ragazzi al disotto dei 14-16 anni. Potranno, eventualmente, essere presenti al corteo funebre, ma è comunque una forzatura. Le visite siano brevi (30 minuti al massimo) ed i visitatori evitino di portare in ignobili contenitori di plastica imbevibili caffè ed altri generi di cosiddetto conforto. Da evitare anche - fenomeno parecchio diffuso al sud - monache in preghiera con orfanelle e donne mercenarie che a pagamento lamentano la nostra dipartita. I nostri Cari Dolenti manifesteranno con compunti silenzi e mesti sorrisi il ringraziamento per la partecipazione. Da non dimenticare assolutamente il registro delle presenze per i ringraziamenti. Da evitare assolutamente macabri souvenirs quali fotografie sul letto di morte (semprecchè non siate un Papa) o maschere funebri in cera. Esaurita la veglia funebre, saremo imballati nel nostro feretro. Da evitare anche i cortei funebri a piedi, da casa a chiesa e, poi, da chiesa a cimitero. Servono solo ad intasare il traffico ed i pensieri degli automobilisti bloccati non sarebbero per noi buon viatico per l'aldilà. Al corteo ed al rito funebre, non foss'altro che per rispetto alla nostra Imperitura Memoria, i Cari Affranti parteciperanno con decoroso abbigliamento. Gli uomini eviteranno la barba lunga, gli abiti sgualciti, gli occhiali da sole in pieno inverno. Per le donne un trucco leggero ed abiti scuri senza - ribadisco - esagerare con il nero. Se siete un fedele di qualunque religione, il rito funebre sia il più breve possibile. I Cari Dolenti faranno in modo (eventualmente con un congruo pourboire) che il discorso funebre del prete, del rabbino o dell'imam sia il più breve ed il più conciso possibile. Abbiamo già annoiato i nostri conoscenti in vita, evitiamo di farlo in occasione della nostra ultima (salvo reincarnazione) uscita mondana. Celebrato il rito funebre, i nostri Familiari Addolorati saluteranno sul sagrato della Chiesa, della Sinagoga, della Moschea, o, comunque, all'uscita del luogo ove è stato celebrato il rito dell'ultimo addio, tutti quelli che sono venuti a salutarci ed ad accertarsi che il nostro non era stato un caso di morte apparente. Un gruppo ristretto di Cari Dolenti più intimi ci scorterà per l'ultimo viaggio al cimitero. Laddove avessimo optato (come io suggerisco) per la cremazione, il gruppetto ci accompagnerà all'apposito impianto per raccogliere le nostre ceneri (avremo scelto l'urna in precedenza) e farne quello che noi avevamo stabilito con lungimiranza prima di morire. Eventuali beaux gèstes come le ceneri in mare o altri riti che avessimo deciso prima del Grande Passo andranno celebrati nell'intimità senza clangore di chiarine. Siano evitati anche cortei con bande in stile New Orleans. Dopo tre, quattro settimane dalla vostra Uscita Di Scena, gli Eredi Grati provvederanno a ringraziare personalmente tutti quelli che hanno partecipato al loro dolore. Sarà perfetto un cartoncino a stampa con frase adeguata di sentito ringraziamento. Eviterei che fosse listato a lutto: dal testo sarà agevolmente comprensibile che non è un biglietto di auguri. Sui nostri funerali, in conclusione, è importante che siamo pignoli fino alla noia. Non potremo farci perdonare con una seconda occasione.
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