Anfitrione

Invito a cena

Da un punto di vista teorico, l’ospitalità è regolata da una sola grande, antica legge: quando si accoglie un ospite in casa si farà in modo da farlo sentire a proprio agio. Anche se in casa conservate in abbondanza tavole di Giotto e tele di Leonardo, marmi ateniesi e ori sciiti, dovrete curare che nel bilancio generale della visita la Vostra accoglienza occupi uno spazio maggiore di qualsiasi cosa materiale possiate sfoggiare. Evitate di generare a tutti i costi sentimenti di stupore. Se volete essere apprezzato come persona e come famiglia, non saranno i pezzi da museo o le pietanze a tre stelle ad aiutarvi, ma la disponibilità, la cura e la gentilezza. Tutto si riduce ad una semplice, matematica considerazione: finché restate ad esporre i vostri oggetti, i vostri racconti, le vostre specialità, mettete voi stessi al centro dell’attenzione. Resistete alla tentazione, lasciate i vostri tesori d’arte e cultura sullo sfondo. Lì la distanza ne celerà i difetti e farà sì che vengano meglio ammirati. Ispiratevi ad Omero e considerate il vostro ospite come Odisseo. Fate parlare lui, dategli l’importanza che merita un Re, ed egli vi ricorderà a lungo e con piacere.
Veniamo ora alla pratica e prima di tutto agli inviti. Per le cene è preferibile non avere un numero di commensali superiore ad otto-dieci. La limitazione facilita la preparazione dei cibi, l’imbandire mensa, il servire a tavola. Con tale numero non ci saranno infatti problemi di servizi di piatti o di bicchieri. Una tavola apparecchiata con stoviglie spaiate è deprimente. Il miglior condimento di una cena è la buona compagnia. E’ sempre preferibile organizzare una tavola con un numero pari di dame e cavalieri, anche se non accoppiati. L’anfitrione single inviterà un’amica pure single. Moltissima cura verrà posta nell’elenco degli invitati. Cercherete di sapere in anticipo se tra uno o più invitati possano nascere dissidi che renderebbero la vostra cena un clamoroso insuccesso. In presenza di intellettuali di sinistra, eviterete di invitare persone che, notoriamente, aprono la bocca solo per dire bene del ventennio e così via. Ovviamente eviterete di invitare una coppia ed il/la presunto/a amante di lui o di lei. Se siete amici di coniugi separati o divorziati, non potete certo riunirli. La contesa quantomeno verbale sarebbe inevitabile, il flop della vostra cena anche. Siate cauti anche nell’invitare uno solo dei due. L’altro potrà pensare che "fate preferenze". In certi casi, la cui valutazione va lasciata alla sensibilità diplomatica della padrona o del padrone di casa, il miglior partito è quello di non invitarne nessuno. L’eccezione (rarissima) alla regola è rappresentata da ex coniugi che si frequentino e siano in buoni rapporti. Entrambi potranno venire con il rispettivo nuovo partner oppure da soli.
Da non invitare neanche amici o amiche i cui mariti, mogli o "fidanzati" potrebbero generare reciproco disagio per disparità di cultura o di educazione. Dubbi ed impronte sui bicchieri, rumori vari, cosce di pollo che tornano a svolazzare per cattivo uso del coltello, sarebbero oggetto di salaci commenti, anche sul conto dell’anfitrione, il giorno dopo.
Se siete single e non sapete cucinare, organizzatevi con un buon servizio catering. Non guasterà una discretissima indagine sui gusti dei commensali. Se volete veramente godervi gli ospiti, è indispensabile che a servire in tavola vi sia personale di servizio. Se non disponete di servitù, assoldate un cameriere di vostra fiducia. Anche i migliori servizi catering mandano personale non all’altezza.
Ovviamente l’anfitrione riceverà i suoi ospiti in completo scuro. Vietati i pullover. i cardigan anche se griffati, i jeans etc. Mi piacerebbe pensare ad un mondo dove si possa ricevere in smoking, ma purtroppo è un capo di abbigliamento che sta cadendo in desuetudine.
Il menu sarà elegante ma sobrio. Sarà preceduto da un aperitivo leggero. Hanno sempre il loro fascino cocktails come il Martini (mescolato non shakerato!) ed il Bellini per le Signore. Da tenere sempre pronta qualche bottiglia di champagne. Inutile ricordare che, qualora non abbiate vinto il Gran Premio proprio quel giorno, non le aprirete col botto.
La cena ideale consisterà in un leggero antipasto a base di verdure, bocconcini di mozzarella di bufala, salmone selvatico, prosciutto crudo. Suggerisco il prosciutto di Sappada (BL), che viene stagionato con un leggerissimo sentore di fumo. Senz’altro superiore al San Daniele o al prosciutto di Parma. Sarà opportuno prevedere due primi. Ad alcuni farà piacere avere un assaggio di entrambi, altri ne gradiranno uno soltanto. Seguiranno i secondi. Niente di eccessivo o di troppo pesante per la digestione, ma ritengo opportuni un piatto di pesce ed uno di carne, accompagnati da contorni di stagione. Seguirà la frutta (ideale una macedonia ben presentata) ed un dolce - o un semifreddo - a seconda del periodo. Per i vini lascio la scelta ai gusti dell’anfitrione. E’ però buona regola quella di cominciare, gradatamente, con i vini più leggeri per passare a quelli di gradazione più alta. Grande successo riscuotono in genere i vini dolci di grande qualità, serviti sul dessert. Non chiedete mai se piacciano prima di servirli, perché un diffuso atteggiamento machista spingerebbe molti ad una negazione di principio. Lo stesso commensale che avrebbe prontamente risposto che ama solo vini e liquori molto secchi, sarà spesso il primo ad annotarsi il produttore del sauternes o del passito.
La cena si concluderà con il caffè. Terminata la cena, l’anfitrione accompagnerà i suoi ospiti in salotto per un buon sigaro accompagnato da distillati degnamente invecchiati.
In salotto si formeranno i soliti gruppetti di conversazione. Solo a questo punto, terminata quindi la cena, potrete andare al piano o mettere una musica in sottofondo (molto in sottofondo potrà risultare gradevolissima). Quando tutti gli ospiti si saranno accomiatati, l’anfitrione single, senza delegare quest’incombenza alle amiche o amici comuni, accompagnerà personalmente la sua donna a casa. Sempre che non preferisca rimanere da lui.
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