Compendio



IL GENTILUOMO NELLA PROPRIA CASA



b) Le suppellettili
ovvero la punteggiatura della casa d’un gentiluomo

Probabilmente la punteggiatura è, nell’evoluzione della scrittura, una delle ultime conquiste. Presso i Greci comparve intorno al 300 a.c., mentre i romani non conobbero che il punto sino al 500 d.c., tant’è che sinonimo di punteggiatura è la voce "interpunzione", cioè separazione delle parole a mezzo del "punto". E’ chiaro che la punteggiatura è un’evoluzione dello scrivere, fondamentale per la funzione sintattica di scandire le parti essenziali del discorso. I periodi, le proposizioni, tutte le parti d’una proposizione. E’ anche la rappresentazione, nello scrivere, delle soste della lingua parlata, che conferiscono non solo senso e ritmo alla conversazione. E’ questo l’uso caro a scrittori come Giuseppe Tomasi di Lampedusa. A queste due finalità più conosciute se ne aggiunge un’altra non meno importante: quella espressiva. La punteggiatura è usata per rimarcare alcune parti dei discorsi, per dar loro una speciale forza o una particolare intensità. Ogni frase, ogni discorso non sarebbe che un insieme di parole dal significato ambiguo, se mancasse la punteggiatura. Piccoli tratti, spesso poco considerati, eppure così importanti. Le suppellettili della casa d’un gentiluomo sono la punteggiatura d’un discorso. Cosa sarebbero infatti i mobili che arredano le sue sale senza soprammobili, senza i segnali d’una storia irripetibile, senza gli oggetti che scandiscono la sua personalità? Diverrebbero, banalmente, una lunga teoria di manufatti che, seppur preziosi, mancherebbero d’un senso compiuto.

Un gentiluomo è un esteta ed un uomo di gusto. Come tale ama non solo la cura dei particolari, ma anche tutto ciò che ingentilisce. Nella vita quotidiana tende all’armonia del creato, sempre certo dell’aforisma contenuto nella "Tavola Smeraldina" di Ermete Trismegisto: "Quod est inferius est sicut quod est superius, et quod est superius est sicut quod est inferius ad perpetranda miracola Rei Unius" (Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare i miracoli della cosa una.). Aristotele ci ricorda che legge di natura è l’ "horror vacui". L’uomo fine e colto perciò, aborrendo le superfici disadorne e scarne, le abbellirà con suppellettili che siano gradevoli alla vista e abbiano un loro significato. E ancora ingentilirà la propria abitazione con vetrine in cui riporre alcuni di questi oggetti, i più preziosi o quelli più delicati.



Ogni stanza avrà un orologio, posizionato a muro, su consolle o su cassettoni. Tra quelli da parete, in epoca Napoleone III erano molto comuni soprattutto i cosiddetti "Occhio di bue". Vi sono pendole da tavolo o da camino ottocentesche in marmo, sormontate da statue in bronzo od in antimonio. Amano essere collocate da sole o in composizione di trittico, con due candelieri o crateri ai lati. Ve ne sono altre di fattura più recente, normalmente dei primi del novecento, in legno a cappello di Napoleone o di forme da questa derivate. Nella seconda metà del XX secolo sono piuttosto comuni quelle con meccanismo a bilanciere. Si vedono, inoltre, negli arredamenti moderni, pendole attualissime con complicati meccanismi a vista opera delle più note case. Purché funzioni e segni vagamente l’ora, sono tutte perfette nella misura in cui si adeguano all’indole del proprietario e della casa, che come andiamo man mano comprendendo ha una sua personalità. Il gentiluomo sa che gli orologi della propria dimora devono rammentare lo scorrere delle ore, non certo delle scadenze. Un uomo elegante vive ciascuna età che il destino gli ha concesso e quindi non teme il tempo.

In una dimora elegante non mancheranno testine o mezzibusti in marmo, in porcellana o in bronzo che rappresentino i propri antenati, i propri ispiratori o siano lavori di fantasia. In ogni caso saranno compagni delle nostre riflessioni nella penombra. Il loro silenzio sarà un consenso per il profumo che dal nostro sigaro inonda la stanza. Piccoli tripudi di fiori e gradevoli statuine in ceramica raffiguranti giovanette e puttini, ravviveranno con le loro tinte e le belle fattezze dei volti le sale destinate al conversare, all’allegria. Nella sala destinata al desinare faranno bella mostra di sé vasi, coppe, candelieri, boccali e piatti istoriati, in peltro od in argento.


Un gentiluomo non priverà nessuna sala della propria dimora, compresi i bagni e con la sola eccezione delle camere da letto, di capienti ma gradevoli posacenere. Meglio in cristallo od in ceramica perché l’argento, l’ottone ed il peltro presentano difficoltà di pulizia e tendono a perdere la brillantezza nel ripetuto spegnimento soprattutto delle sigarette. Ogni posacenere avrà a disposizione un cilindretto spegni sigarette ove queste andranno a spegnersi per mancanza d’ossigeno, non spingendole all’interno con forza. Appena spenta, la sigaretta verrà tolta dal cilindretto e posata nel posacenere. Compagno al posacenere sarà un accendino da tavolo. Ve ne sono di varie fogge, che richiamano oggetti d’antan o più idonei ad ambienti arredati con gusto moderno. Si eviterà così l’antipatica ricerca di chi abbia d’accendere e quella deprecabile offerta di fuoco da parte di accendini in plastica, la cui sola comparsa è indegna dell’atmosfera che un gentiluomo crea con metodo nella propria casa.

I brucia-essenze diffonderanno in modo naturale fragranze derivanti dall’evaporazione di oli essenziali disciolti nell’acqua. Esistono molteplici forme di tali oggetti, che potranno essere ambientate con estrema facilità.


In ogni ambiente d’una elegante magione vi saranno abatjour che renderanno l’atmosfera favorevole alle conversazioni in cui il padrone di casa discetta coi suoi amici, o alle riflessioni solitarie d’abbigliamento, di sigari, pipe, motori e altri piaceri virili. Le basi di questi abatjour saranno preferibilmente vecchi lumi a petrolio con il serbatoio in ceramica od opalina dipinta, candelabri in ottone od argento, o altri oggetti con una specifica destinazione ad ardere ed illuminare. Molte altre cose vanno bene, ma l’uomo elegante diffiderà per tal uso di bottiglie e vasi, così cari agli architetti da grande distribuzione ed ai loro clienti. In talune dimore si vedono bei lumi anche con basi derivate da statuine o gruppi scultorei. Questi ultimi, particolarmente impegnativi, si adattano però a case di rilevante dimensione. I paralumi di questi lampade sono solitamente in stoffa, ma ve ne sono anche di belli realizzati utilizzando vecchie stampe.

Un’abitudine non disdicevole è quella di posizionare nei vari ambienti una vecchia radio, ovviamente funzionante, per consentire al gentiluomo od ai suoi ospiti l’ascolto di un radio-giornale o qualche brano di musica classica senza doversi recare appositamente nel salottino della musica. I vecchi mobili radio potranno sicuramente far bella mostra di sé. Apparecchi radiofonici moderni non saranno collocati in modo assolutamente visibile, a meno che la loro linea non sia in linea con l’intero arredamento.

Ambienti intimi potranno accogliere i ricordi di luoghi lontani. Statuine in giada, in alabastro, in avorio, in corallo, costituiranno un gradevole punto d’attenzione per i frequentatori d’una dimora elegante. Scacchiere in ebano ed avorio od in altri pregiati materiali indurranno gli ospiti del gentiluomo a trascorrere momenti piacevoli in tal gioco.

In una dimora elegante non mancheranno in ciascuna stanza vasi da fiori, che dovranno essere sempre freschi. Fiori in stoffa, a meno che non siano di particolare pregio, troveranno abitazioni più appropriate rispetto a quella del gentiluomo. Le composizioni di fiori secchi, pur belle talvolta, inducono malinconia.



Gradevole alla vista ed utile alla bisogna sarà la presenza di almeno un candeliere, ovviamente con relative candele, in ogni sala. Anche nelle case moderne, in cui raramente manca la luce ed in caso di guasto esistono luci d’emergenza, non sarà imprudente collocare tali suppellettili.

Le vetrine, le teche ed i contenitori comunque atti a preservare taluni oggetti da polvere e da pericoli vari non mancheranno nell’abitazione di un uomo di gusto. Qui potranno esser custodite decorazioni militari e civili, oggetti in pietre dure o manufatti d’oreficeria d’un certo pregio. V’è chi fa fare bella vista di sé a collezioni d’orologi antichi. Vetrine ad altezza d’uomo potranno accogliere divise del passato di alti ufficiali o di prestigiosi ordini cavallereschi.

Preziosi capi d’abbigliamento settecenteschi potranno ugualmente essere esposti. La ricchezza delle stoffe e la ricercatezza ed accuratezza della loro foggia meriteranno l’attenzione dei visitatori della magione del gentiluomo.

Un discorso a parte meritano le cineserie. Piccoli capolavori d’intaglio sono costituiti da minuscoli paesaggi scolpiti in pietre dure con abilità e maestrie oramai irripetibili. Oggetti in lacca sapientemente e pazientemente stesa e levigata a mano infinite volte conferiscono a vasi, scatole, cofanetti e paraventi una qualità artistica che rasenta il misticismo. Il gusto per questi oggetti ha sicuramente il massimo riscontro nella seconda metà dell’ottocento e s’inserisce in quello stile denominato eclettismo. Statuine, vasi, anfore e giare, in alcuni casi di considerevoli dimensioni, potranno contribuire ad arredare la casa del gentiluomo. Egli è uomo di sicura coltura e gusto ed è indifferente a coloro i quali lanciano strali contro gli ambienti carichi d’oggetti e di suggestioni a volte quasi scenografiche unicamente perché non si sentono a quelli adeguati e quindi provano disagio nel soggiornarvi.

Statue in bronzo, in antimonio, in marmo, in gesso, in caolino raffiguranti animali, personaggi mitologici o simbolici troveranno un’ambientazione ideale in una dimora elegante. Chi avesse busti o mezzo-busti di propri antenati li potrà elegantemente collocare su colonne in marmo od in legno. Un gentiluomo non collocherà mai nella propria casa raffigurazioni di persone estranee al proprio sangue, a meno che non siano personaggi di conclamata notorietà pertinenti alle proprie inclinazioni. Un appassionato di musica amerà avere delle testine di Wagner, di Beethoven, di Chopin; chi ama le lettere o la storia posizionerà mezzibusti di Leopardi, di Napoleone, di un Re.

Trovo sia assolutamente gradevole, nella dimora d’un uomo elegante, avere alcuni uccelli di piccola taglia: pappagallini, cardellini, usignoli ed altri atti a vivere in gabbia. La voliera deve essere capiente, in materiali naturali e graziosa nella forma. Piacevoli quelle a guisa di tempietto orientale o imitanti una struttura architettonica con più cupole. Le gabbiette in plastica sanno di prigione e fanno propendere per una rinuncia a tale divertimento. Il piacere d’avere questi piccoli animali ci riporta ad antiche suggestioni orientali, lì dove i ricchi erano realmente ricchi e avevano il gusto di tenere animali di ogni tipo: uccelli nelle voliere, animali di media e grande taglia nei serragli, pavoni, cani ed altri animali inoffensivi per l’uomo liberi di passeggiare nelle corti del palazzo.





Se nella abitazione del gentiluomo vi fosse uno jardin d’hiver, trovo sia bello sistemare colà la nostra piccola voliera. Potrà essere posizionata su eleganti tavolini o, se fosse possibile, sospesa ad un tirante che scenda dal soffitto.

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