Compendio



IL GENTILUOMO NELLA PROPRIA CASA



c) Le collezioni del gentiluomo

Il collezionismo è una forma naturale di possesso. La sua origine risale all’inizio dei tempi, ma i suoi scopi e metodi si sono evoluti con la specie. L’impulso all’accumulo divenne istintivo già in età ancestrali, quando si rivelò vincente la strategia di racimolare scorte che consentissero di superare carenze di generi di prima necessità. Chi disponeva di consistenti provviste era in condizioni di assicurare a sé ed al suo gruppo maggiori capacità di sopravvivenza. Con l’acquisizione di forme di sostentamento sempre più affidabili, l’istinto primordiale di raccogliere e conservare si è rivolto a beni diversi.



Man mano che poteva concederselo, l’uomo ha cominciato ad accumulare per il piacere, più che per il bisogno. E’ rimasta nel nostro inconscio, comunque, anche la consapevolezza che il possedere cospicue e visibili quantità di beni ci renda più interessanti. Innanzitutto per le gentili signore, cui mostrare una collezione di farfalle ha rappresentato a lungo un ottimo avvio all’intimità. Man mano che il superfluo assumeva una sempre maggiore rilevanza sociale, psicologica e commerciale, il sistema dei desideri è divenuto più ampio e sofisticato. L’immagazzinare è divenuto collezionismo, intendendosi per tale il piacere esclusivo di possedere raccolte sistematiche di oggetti. L’antico aspetto relazionale, pur non essendosi cancellato del tutto, è divenuto residuale. Quanto il collezionismo conservi nell’inconscio collettivo l’antica importanza di sempre maggiori possibilità di sopravvivenza è comunque rintracciabile nel fondo degli occhi d’una Dama che ammiri le collezioni d’un gentiluomo: probabilmente non sarà rapita dalle tipologie d’oggetti, ma il suo subconscio apprezzerà l’ancestrale istinto che ha presieduto quelle raccolte.



Che il collezionismo sia un’attività eminentemente virile ce lo conferma il fatto ch’è raro incontrare una Dama che ami accumulare oggetti in modo sistematico. L’obiezione che il possesso dei gioielli o dei corredi faccia vedere che il collezionismo sia anche caratteristica femminile è assolutamente superata dal fatto che tali oggetti sono impiegati per l’ornamento e accumulati come patrimonio personalissimo di colei che li possiede, ovvero destinati a scopi ereditari come avviene per i corredi. La donna, giustamente, ama essere certa dell’indipendenza propria e della prole, anche in caso di improvvisa fine del rapporto coniugale dovuta ad accidenti naturali o affettivi. Il collezionismo prescinde da qualsiasi finalità: porta in sé, nella forma in cui oggi lo conosciamo, unicamente il piacere del possesso dell’oggetto svincolato dallo scopo. Probabilmente il collezionismo assunse la forma attuale già nel rinascimento. E’ in quell’epoca, infatti, che s’iniziano a formare grandi quadrerie e le prime grandi biblioteche private. Pian piano comparvero i monetieri o medaglieri, specifici mobili atti a contenere le collezioni di monete che in molti casi assunsero di per sé l’aspetto di vere e proprie opere d’arte. Basti pensare a quelli intarsiati con pietre dure, mosaici, o ricche finiture d’avorio e tartaruga. Se un tempo le collezioni erano riservate alle opere d’arte od alle "naturalia" oggidì s’assiste, con la massificazione delle informazioni, a forme di collezionismo che riguardano anche oggetti d’uso quotidiano prescindendo da una eventuale originalità o per rarità o per pregio.

Il collezionismo si può dividere in tre momenti fondamentali: la ricerca dell’oggetto, la sua catalogazione e la sua conservazione. Non v’è chi non veda in queste tre fasi il manifestarsi delle peculiarità del gentiluomo. La prima fase implica la documentazione e l’approfondimento culturale. Non sempre la ricerca è coronata dal successo. Il gentiluomo si impegna a fondo per trovare uno specifico oggetto, non uno qualsiasi. Un bibliofilo sa esattamente quale libro gli interessi avere, come edizione e stato di conservazione. Nella sua biblioteca non vi saranno libri in quanto tali, ma sequenze concettualmente ordinate che nel crescere lasciano sempre qualche buco da colmare. I cosiddetti acquirenti di biblioteche "al metro" non sono dei collezionisti e tanto meno dei gentiluomini, ma servi dei loro servi: gli arredatori. Nella seconda fase, quella della catalogazione dell’oggetto, il collezionista in quanto tale avvertirà la necessità collocare il suo acquisto all’interno della sua collezione in modo che questo sia sempre rintracciabile e si armonizzi con gli altri oggetti posseduti. La terza fase, non l’ultima per importanza, è quella che attiene a creare e mantenere le condizioni ambientali in cui l’oggetto si conservi al meglio e integro nel tempo. Anche l’eventuale restauro, che richiede importanti conoscenze, ne fa parte. Al riguardo si può affermare, anche se son conscio che quella che esporrò può risultare affermazione un po’ forte, che il vero collezionista sia colui che, ove dovesse rendersi conto di non avere più la capacità di conservare un oggetto o una raccolta così com’è giusto, lo affida ad altri.
Collezionare è attività eminentemente individuale, riflessiva, egocentrica, eppure sempre meno egoistica via via che diventa più vasta e importante. Si comincia a raccogliere per il piacere di possedere e per godere in modo assolutamente privato della vista delle proprie collezioni. Il mostrarle ad altri è aspetto assolutamente residuale. Nondimeno, gli oggetti singoli per primi e le collezioni di poi, assumono ad un certo punto una loro dignità svincolata dal collezionista proprietario. Quanto più la collezione risponde ai tre requisiti precedentemente esaminati, tanto più essa acquista considerazione. Maggiore è il decoro della collezione tanto più la stessa merita che se ne permetta la fruibilità ad altri. Costoro saranno sempre limitate persone che sono in grado d’ apprezzare gli oggetti che la costituiscono. Un gentiluomo non mostrerà le proprie collezioni al curioso di turno per quanto proprio ospite, incapace di goderne. Ciò per rispetto di sé e della collezione stessa. Un oggetto a lungo ricercato, unito a suoi simili ed amorevolmente custodito, indipendentemente dal suo valore venale merita considerazione. Il gentiluomo non dimenticherà mai che gli oggetti assumono vita propria in quanto recettori e dispensatori di energie e tutto ciò sarà sempre in suo massimo riguardo. Spesso, proprio le più straordinarie collezioni vengono lasciate come legato ad enti pubblici o istituzioni private, così che la loro individualità permetta la sopravvivenza di quella del possessore.



Non trascurabile, tra le gioie di una vera biblioteca, è l’invenzione e realizzazione del proprio ex libris. Qui l’arte di raccogliere mostra in modo evidente un lato nascosto ai detrattori di questa passione e rivela che l’essenza della collezione non è solo possessiva, ma anche sorprendentemente creativa.



Nella biblioteca dell’uomo elegante potranno fare bella figura collezioni di soldatini in piombo o modellini. E’ superfluo porre l’accento sul fatto che, come per i volumi, è preferibile ignorare gli oggetti da collezione reperibili nelle edicole. I materiali che sortiscono da fascicoli quindicinali non sono solo di qualità dozzinale, sono letteralmente ignobili in quanto privi alla nascita della nobiltà conferita dalla ricerca.



Altre collezioni che si rinvengono usualmente nelle dimore del gentiluomo sono quelle numismatiche e quelle filateliche. Entrambe sono il riflesso della curiosità intellettuale del padrone di casa. Il coltivare tali passioni implica, oltre ad una elevata sensibilità, anche un approfondimento storico. Il piacere che si ha nel tenere tra le dita monete del passato è quasi impareggiabile. Osservarne con la lente d’ingrandimento i più piccoli particolari, i segni dell’usura, scoprirne scritte e figure non sempre decifrabili, ripaga delle cure e del tempo che tale collezione richiede. Il maneggio del denaro è stato per millenni appannaggio maschile; è solo nell’ultimo secolo che le gentili signore si sono cimentate con tali oggetti. Le banconote non hanno lo stesso fascino delle monete metalliche. I francobolli, minuscoli pezzetti di carta adesiva, ci parlano di corrispondenze tra persone a noi sconosciute e offrono all’appassionato la scoperta di vere e proprie opere d’arte. Sovente, infatti, le incisioni sono piccoli capolavori di miniatura. La riproduzione delle effigi dei sovrani del passato ha lasciato pian piano il posto alla riproduzione di allegorie delle occupazioni lavorative degli uomini, alla celebrazione di eventi, d’imprese e manifestazioni che suscitarono scalpore nel loro tempo per eccezionalità o arditezza dell’impresa. Si ebbero, di poi, le raffigurazioni di ritratti di uomini illustri e le riproduzioni di quadri, di opere d’arte, di panorami, di specie rare d’animali e della flora. Il piacere del gentiluomo che attendesse a questa collezione sarà ampliato dalla ricerca di notizie storiche o geografiche sul soggetto rappresentato nel francobollo. Vi sarà chi fa notare come questa attività permetta di raggiungere un risultato economicamente interessante, in quanto monete antiche e francobolli possono essere compresi tra i cosiddetti beni rifugio. Giammai il gentiluomo intraprenderà una collezione con l’intento di raggiungere un risultato economicamente significativo. Lo spirito che lo anima è il puro diletto.



V’è chi è appassionato d’armi. Anche questa collezione permette a chi la intraprende di soddisfare il proprio gusto estetico e storico. Il primo trae giovamento dalle incisioni realizzate sulle lame di spade e pugnali, a volte veri e propri capolavori, o dalle venature dei legni utilizzati per la realizzazioni dei calci di pistole e fucili. Anche la semplice perizia metallurgica è una delizia per il conoscitore. Grandi uomini di ogni longitudine hanno raccolto ad esempio spade giapponesi, esaltandosi al canto del loro acciaio perfetto e potente. Vi sono cofanetti per le pistole da duello che sono delle meraviglie di per sé e per la bellezza e spesso il lusso intrinseco di tali contenitori e per la varietà di accessori che essi contengono: dalle sacche per le polveri ed i pallini agli utensili per la pulizia dell’arma. Ove il gentiluomo fosse fortunato nella ricerca di tali oggetti, o avesse la ventura d’averli di famiglia, ne troverà alcuni che parlano di famosi duelli di personaggi illustri e che aggiungono un ulteriore motivo d’interesse e di fascino al loro possesso. Le armi, che siano da caccia o da offesa, hanno una loro storia da raccontare. Sicuramente cruenta, ma non per questo priva di attrazione per l’immaginazione virile.

Altre collezioni che si rinvengono usualmente nelle dimore del gentiluomo sono quelle numismatiche e quelle filateliche. Entrambe sono il riflesso della curiosità intellettuale del padrone di casa. Il coltivare tali passioni implica, oltre ad una elevata sensibilità, anche un approfondimento storico. Il piacere che si ha nel tenere tra le dita monete del passato è quasi impareggiabile. Osservarne con la lente d’ingrandimento i più piccoli particolari, i segni dell’usura, scoprirne scritte e figure non sempre decifrabili, ripaga delle cure e del tempo che tale collezione richiede. Il maneggio del denaro è stato per millenni appannaggio maschile; è solo nell’ultimo secolo che le gentili signore si sono cimentate con tali oggetti. Le banconote non hanno lo stesso fascino delle monete metalliche. I francobolli, minuscoli pezzetti di carta adesiva, ci parlano di corrispondenze tra persone a noi sconosciute e offrono all’appassionato la scoperta di vere e proprie opere d’arte. Sovente, infatti, le incisioni sono piccoli capolavori di miniatura. La riproduzione delle effigi dei sovrani del passato ha lasciato pian piano il posto alla riproduzione di allegorie delle occupazioni lavorative degli uomini, alla celebrazione di eventi, d’imprese e manifestazioni che suscitarono scalpore nel loro tempo per eccezionalità o arditezza dell’impresa. Si ebbero, di poi, le raffigurazioni di ritratti di uomini illustri e le riproduzioni di quadri, di opere d’arte, di panorami, di specie rare d’animali e della flora. Il piacere del gentiluomo che attendesse a questa collezione sarà ampliato dalla ricerca di notizie storiche o geografiche sul soggetto rappresentato nel francobollo. Vi sarà chi fa notare come questa attività permetta di raggiungere un risultato economicamente interessante, in quanto monete antiche e francobolli possono essere compresi tra i cosiddetti beni rifugio. Giammai il gentiluomo intraprenderà una collezione con l’intento di raggiungere un risultato economicamente significativo. Lo spirito che lo anima è il puro diletto.

ra le virtù del gentiluomo, o tra i suoi vizi, secondo l’angolazione da cui si guarda il fenomeno, v’è spesso quello del fumo. Il piacere di questo lo ha spinto anche a collezionare oggetti ad esso attinenti. La collezione più frequente in questo ambito è quella delle pipe. Tra queste ve ne sono di bellissime sia per preziosità di materiali sia per la manifattura delle stesse. Vi sono pipe in schiuma di mare, anche detta "dea bianca". La duttilità di questa ha permesso ad abili artigiani la realizzazione di vere e proprie opere d’arte, a volte scolpite e più spesso realizzate con il paziente ausilio di una apposita mola, o talvolta d’un tornio. Questo materiale è in realtà la sepiolite. Le manifatture più antiche si trovavano in Austria, talché tale materiale venne anche denominato "schiuma di Vienna". La migliore qualità della sepiolite è quella turca. Questo stato è rimasto oggi l’unico produttore di pipe in schiuma di mare, a causa dei vincoli imposti all’esportazione. Vi sono pipe in schiuma di mare con bocchini ricavati da un unico pezzo d’ambra, che rappresentano paesaggi, scene animate, cacce, paesaggi o magnifiche teste di personaggi esotici: principi orientali, volti d’indiani o raffigurazioni di uomini di razze non europee. Le pipe in radica sono delle meraviglie per la bellezza della materia, sapientemente scelta affinché le fiammature o gli arabeschi diano il meglio di sé. La migliore radica per le pipe è quella che si ricava dall’erica arborea. Il gentiluomo conserverà le proprie pipe in vetrine ove vi siano gli appositi appoggi ad incavo atti sostenere le stesse. L’uso di poggiapipe, che siano a non più di quattro cinque posti, è consigliabile solo per quelle d’uso più frequente. Un gentiluomo potrà tenere un apposito quadernetto in cui registrare l’acquisto delle singole pipe, annotandone oltre alle caratteristiche il luogo è l’occasione in cui n’è venuto in possesso, oltre che le sue impressioni.

Vi sono uomini che amano collezionare dischi o strumenti musicali. L’ascolto di vecchi dischi, segnatamente dei settantotto giri, ci permette di calarci in atmosfere che hanno il sapore dei tempi andati , rievocare i night club, i cantanti di giacca, le orchestrine del liscio, le canzonette rimaste nella storia più di tanti avvenimenti che apparivano indimenticabili e sono stati presto dimenticati, come anche grandi orchestre ed opere liriche. I dischi vanno conservati assolutamente in posizione verticale ed ove possibile nelle loro custodie originali o in appositi album. Quanto a questi ultimi, il gentiluomo che non ne avesse di propri potrà trovarli con un po’ di pazienza nei mercatini d’antiquariato. Spesso, la passione per i vecchi dischi si abbina a quella per i fonografi.

Altra collezione che spesso coinvolge i gentiluomini è quella dei bastoni. Ve ne sono delle tipologie più varie: da passeggio, da difesa, da montagna, da marinaio, fino a quelli simbolici. I materiali più usati per l’impugnatura sono il legno, l’argento, l’alpacca, l’avorio, la tartaruga, il corno di rinoceronte e, per quelli da marinaio, l’osso di balena. La foggia è spesso zoomorfa od a forma di pomolo. L’aristocrazia veneziana amava quelli in corno di narvalo ritorti. L’asta è quasi sempre in legno duro, usualmente d’ebano, mentre per quelli da mattina era usata di sovente la malacca. L’asta, o fusto, può essere compatta o cava, a seconda che serva o meno a contenere qualcosa. Ed è in questo qualcosa che risiede anche la "magia" delle collezioni di bastoni. Il caso più tipico è quello dell’asta che cela la spada; ma tale cavità può contenere gli accessori più disparati: dalle fiaschette d’alcool ber i bevitori, alle pipe per i fumatori, al violino per i musicisti. Il bastone cavo per antonomasia è quello di Prometeo: quando Giove, per punire gli uomini, tolse loro il fuoco per non consentirgli di mangiare la carne cotta, Prometeo riportò il fuoco sulla terra nascondendolo nel cavo d’un bastone. Le collezioni di bastoni spesso prediligono un luogo specifico della casa: la hall d’ingresso. Vi vengono disposti, senza ordine d’importanza, in un portaombrelli o in appositi supporti fissati al lato interno delle ante della cappelliera. Spesso i bastoni non restano a far bella mostra di sé e rappresentano un accessorio d’uso quotidiano del gentiluomo.



Il gentiluomo, anche quando vive di poco e con poco, è sempre ricco, in quanto padrone di se stesso, del proprio gusto, del proprio pensiero. Altri si vantino e godano di agende piene di impegni che si accavallano, tanto che buona parte della loro giornata viene occupata dalla scelta non già di cosa fare, ma di cosa si può non fare e rimandare a domani. Il gentiluomo è prudente e riservato per natura. Poiché non ne concede facilmente e sa sempre dove trovarlo, dispone del proprio tempo e spesso anche di quello di altri. Conoscendo il valore sia del tempo sapientemente utilizzato che di quello sapientemente perso, amerà collezionare gli oggetti che ne rappresentano lo scorrere: orologi da polso, da taschino, da comodino, da parete. A seconda dei mezzi e della costanza, si può arrivare a raccolte che contengono pezzi di pregio assoluto. Orologi complicati, con funzioni particolari, con automi o brevetti unici, costituiranno il passatempo di chi ama i congegni. Raramente chi li colleziona privilegia solo l’aspetto estetico. Spesso è un appassionato ed un competente di meccanica orologiaia.



Collezioni che inducono durature passioni sono anche quelle di dipinti, quasi sempre orientate ad uno specifico periodo, soggetto o corrente. Forse perché offre il piacere della scoperta e del pionierismo, riguardano spesso l’arte moderna, intendendosi per tale quella che comprende l’espressionismo, il dadaismo, il cubismo, il futurismo e l’astrattismo sino ad arrivare alla pop art. Non sempre l’attenzione delle persone nate in un contesto tradizionale è rivolto all’arte figurativa classica. Le opere d’arte contemporanea sono comunque più difficili da collezionare, in quanto non tutti i talenti viventi vengono riconosciuti come tali. E’ solo il trascorrere del tempo che conferisce validità agli oggetti da collezione e massimamente alle opere d’arte. Gli occhi acuti sanno distinguere il nuovo, che reca con sé un significato universale, dalla novità, che dura il volgere di una generazione. In genere, l’arte moderna eccita poco il sentimento estetico, eppure non mancano spiriti che riescono a vedere e far vedere in anticipo. Non sono pochi i gentiluomini appassionati d’arte che collezionano opere dei vedutisti dell’Ottocento. Il Settecento, pur avendo i suoi estimatori, normalmente è un secolo troppo frivolo per interessare il gentiluomo così com’è individuato in quest’opera.



Quadri dei secoli precedenti sono sicuramente, per la loro rarità, estremamente difficili da collezionare, lì dove non trattasi di ingenue realizzazioni. Ove il gentiluomo ne possedesse, potrà sicuramente godere e far ammirare ai propri ospiti quadri o sculture di rilevante valore storico oltre che artistico. Case di questo livello esistono e quando vi si entra si ricordano per sempre, anche se i loro padroni sono costretti a preoccuparsi non poco della prevenzione dai furti e così mostrano i loro tesori più preziosi solo a pochissimi.

Il tavolo verde è in alcuni casi estremamente familiare per taluni gentiluomini. Talvolta egli ha gioito, talaltra ha sorriso con un pizzico di disappunto; ma sempre ne ha conservato il ricordo. Anche ove abbia rallentato le frequentazioni con tal mobile, talvolta ha conservato un’attrazione irresistibile per i giochi di carte, tanto che, di quelle, ha fatto oggetto di collezione. Mi piace qui porre l’accento su d’una delle più interessanti collezioni di carte che vi siano: antichi tarocchi, carte francesi o napoletane che riproducono personaggi noti all’epoca in cui furono stampate, paesaggi, vignette satiriche ed altro, si trovano catalogate e custodite in apposite valigette elegantemente rivestite d’un velluto bleu nella sontuosa ed immensa dimora d’un aristocratico gentiluomo che mi fa onore della sua amicizia. Egli le conserva in una sala appositamente dedicata ed attigua alla sua biblioteca, ricca di volumi preziosissimi nonché d’oggetti rari e preziosi.



Coloro che possiedono ampi spazi potranno accostarsi con enorme piacere al collezionismo delle auto d’epoca o di quelle sportive. Le automobili sono il moderno destriero dell’antico cavaliere ed è in questa ottica che il gentiluomo le vede. Le conserva e le accudisce come fossero vecchie amiche, ne ascolta il rombo del motore quasi fosse un dialogo interrotto che venga ripreso ogni volta che i pistoni riprendono il loro moto. Le carrozzerie, amorosamente custodite sotto teli di stoffa recanti a volte il logo della marca ricamato, risplendono grazie alle amorose lucidature che egli vi dedica. Le sellerie interne conservano il profumo dei cuoi antichi, o la morbidezza dell’immortale "panno Lancia". Le cromature luccicano di sempre rinnovato splendore, i contagiri rispondono prontamente alle sollecitazioni del motore. Tutto questo e tant’altro è un’auto d’epoca od un’automobile sportiva per il gentiluomo. Le Cabriolets raccontano di corse sotto il sole o, se il tempo fu inclemente di come accolsero le sollecitazioni dettate dal detto inglese "corri e non ti bagni". Le berline narrano di quando si fermarono sotto un teatro per far scendere splendide dame ed eleganti gentiluomini. Le coupée ricordano i giovanotti che accompagnarono ai bagni gentili signorine od alle feste chantants o di quando, ferme di fronte agli eleganti caffé, si fecero ammirare dagli occasionali passanti. Il collezionista gentiluomo le osserva tutte ed in melanconico sorriso di compiacimento pensa "Donne e motori, gioie e dolori", indi con uno spolverino di piume rimuove attento e compiaciuto l’ultimo granello di polvere dalla carrozzeria e le fa scivolare sopra la copertura di stoffa, come fosse una carezza. Meccanici ed elettrauto di provata esperienza sono i confidenti che frequenta quasi quotidianamente. Quando grazie alla sua cura ed al loro lavoro il prossimo acquisto sarà risorto a nuova vita, lo accompagnerà unitamente alla sua Dama in piacevoli passeggiate o, per i gentlemen drivers, in corse che rievochino vecchi circuiti e passate glorie.



Un’altra raccolta che delizia i palati raffinati è quella di argenti, che richiede conoscenze enciclopediche su sigilli e manifatture, nonché una sensibilità eccezionale. Come le altre, il nemico principale è il falsario. Il commercio dell’arte è inquinato da una percentuale di pezzi fasulli che spesso supera quella di pezzi autentici, a tutti i livelli.



Restano altre collezioni, come quella di mappe e carte nautiche d’epoca, di profumi, di menu, di spille e gemelli, di distintivi, di strumenti scientifici o musicali, di incisioni tematiche, di oggetti militari spesso legati ad una singola guerra, campagna o compagnia, di ferri lavorati o attrezzi di mestiere, di valigie e bauli, fino a quelle sofisticatissime di vini e sigari, che per la loro deperibilità richiedono oltre allo spazio delle attrezzature particolari. Non è possibile citarle tutte, perché ogni oggetto è astrattamente suscettibile d’essere raccolto. Va però detto che, in ciascuna, il numero non è solo una quantità, ma un veicolo di rivelazioni qualitative.



Certe proprietà che il singolo pezzo contiene in misura non percepibile si rivelano come verità evidente di fronte alla moltitudine. Una cosa è una vecchia sveglia su un vecchio comodino, ben altra trecento sveglie in una teca illuminata. E’ per questo che il collezionista, anche se talvolta lo ignora, non lavora solo per se stesso.

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