Compendio



IL GENTILUOMO NELLA PROPRIA CASA



d) La biblioteca del gentiluomo

In biblioteca il gentiluomo trascorre non poca parte del proprio tempo. Non in tutte le case ve n’è una, ma nella dimora d’un uomo elegante non mancherà assolutamente uno spazio dedicato alla conservazione e lettura dei libri, consista esso in una sala vera e propria o in un angolo attrezzato con una semplice libreria.



Qualsiasi società, da due individui in su, per progredire ha bisogno d’uno scambio d’informazioni. Anche tra gli animali, le specie più evolute acquisiscono le notizie necessarie alla sopravvivenza scambiandosi dati. Si pensi alle formiche, che si trasmettono indicazioni sui percorsi da seguire sfregandosi le antenne, o alla danza con cui un’ape indica alle compagne la distanza e la direzione da seguire per trovare i fiori. Altre specie obbediscono alle disposizioni del capobranco. Interessantissimo al riguardo è osservare i lupi nelle tecniche di caccia. Dove l’evoluzione è affidata alla selezione naturale, l’accumulo di nozioni, sedimentandosi negli individui più forti e che quindi riescono a sopravvivere, entra a far parte del DNA della specie. In queste popolazioni l’evoluzione è più lenta. In altri gruppi, lo scambio di notizie avviene all’interno d’una singola generazione. In tal caso l’evoluzione sarà più veloce. Man mano che una specie riesce a trasferire maggiori quantitativi d’informazioni tra i suoi membri, procederà più velocemente nella scala evolutiva.


Georg Wilhelm F. Hegel - Stoccarda, 27.08.1770 – Berlino, 14.11.1831

Le notizie basilari, normalmente, riguardano per lo più i territori di caccia, l’organizzazione della caccia stessa, i pericoli di dati luoghi, la presenza più o meno abbondante di cibo in una data zona, i luoghi di riproduzione e così via. L’assenza di tali informazioni potrebbe, di conseguenza, rallentare i vantaggi competitivi d’una specie sino ad annullarne la sua esistenza. Il genere umano ha, oramai, affinato questa necessità di scambiare le informazioni ed è passato dal momento in cui queste s’accumulavano, sino a condensarsi nell’istinto prima e nell’imitazione poi, alla elaborazione d’un linguaggio con cui i membri di tal genere comunicano tra loro le notizie necessarie alla sopravvivenza della razza.



Dal linguaggio si è, di poi, arrivati alla scrittura. Essa permette che determinate informazioni si conservino oltre la vita di ogni singolo componente della stessa, o possano arrivare inalterate a gruppi d’individui collocati a rilevanti distanze da quello che intendeva trasmetterle. Alla tradizione orale si è, quindi, sostituita quella scritta, che ha più facilmente ragione del tempo. Da quanto sin’ora detto ben si comprende come i libri siano la fonte primaria per l’evoluzione d’una stirpe letterata, cioè dotata di un linguaggio non di simboli, ma di segni.



Vi sono libri tecnici, con informazioni e dimostrazioni pratiche, e libri d’impronta umanistica, che tentano di rispondere alle istanze più profonde dello spirito. Ciò che differenzia l’uomo dagli altri animali, simili nella fisicità, è infatti il desiderio di risposte sui cosiddetti massimi quesiti esistenziali: da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo.


Rupe Rupe (1899) di Paul Gaugin – Museo dell’Hermitage

Quesiti che furono rappresentati da Paul Gaugin in una enorme tela, considerata il suo testamento spirituale e che ben rimanda a chi la osservi l’angoscia e la impellenza di avere a ciò una risposta.


Louis Althusser (Birmandreis, 16.10.1918 – La Verrière, 22.10.1990)

Or dunque mai potranno mancare i libri nella abitazione d’un gentiluomo ed egli se ne pascerà abbondantemente ben sapendo sono l’unico strumento per entrare in diretto contatto con il pensiero dei "grandi" senza interposizioni alcune di giornalisti, critici e quanti altri si propongono come demiurghi che dichiarano di trasmettere il sapere e spesso non fanno altro che ridurre la conoscenza ad informazione.


Thomas Stearns Eliot, Saint Louis, 26.09.1888 – Londra, 04.01.1965

Egli è lettore avido, che anche se non potrà dare una risposta definitiva alla triplice domanda sarà sempre consapevole che il suo tendere all’armonia cosmica non può non passare attraverso le riflessioni e le idee di pensatori, di poeti, di saggisti o romanzieri.


Albert Einstein (Ulma, 14.03.1879 – Princeton, 18.04.1955)

A questo punto sarà opportuno, dopo aver ribadito, ove mai ve ne fosse stato bisogno, l’importanza dei libri e quindi d’un luogo ove accoglierli, considerare quale sia il modo preferibile per la formazione d’una biblioteca.


Ian Lancaster Fleming (Londra, 28.05.1908 – Canterbury, 12.08.1964)

Il gentiluomo che s’accinga a ciò valuterà primieramente quali siano gli argomenti dell’umano scibile che maggiormente lo interessano: la letteratura, la storia, la filosofia, le scienze, o altre branche magari indifferenti alla gran parte dell’umanità. Non è difficile, anzi è quasi naturale, perché anche se tutti i gusti personali maturano piuttosto in là con gli anni, quelli culturali ed artistici si chiariscono più precocemente di altri, come quelli gastronomici, enologici, tabagici, o sessuali.


Sir Sacheverell Reresby Sitwell, VI Baronetto di Renishaw Hall Cavaliere dell’Ordine dei Campanions of Honour
Scarborough, 15.11.1897 – Toechester, 01.10.1988


Ciò fatto, programmerà degli scaffali suddivisi per materia atti a contenere i libri che già possiede e con ampi ampi spazi da occupare man mano che la biblioteca cresca. In tali vuoti, sin che non vengano occupati dai nuovi acquisti di libri, potranno trovare collocazione alcune collezioni del gentiluomo: piccoli oggetti di scavo, uova di marmo o d’altri materiali, maquettes in legno, pipe, penne stilografiche ed altro.


Washington Irving - New York, 03.04.1783 – New York, 28.11.1859

Dovendo formare una biblioteca ex novo, si preferirà acquistare le opere del passato in versioni moderne, più facilmente consultabili. I libri antichi, pur preziosi, sono infatti di difficile lettura per i obsoleti e i vari i difetti dell’età. Il libro antico, qualora non lo si possegga già, è sempre da acquistarsi solo dopo avere nella propria biblioteca una versione attuale dell’opera. Coloro che acquistano libri antichi credendo di darsi un’aura di cultura sedimentata o per puro vezzo estetico, sono molto lontani dall’idea dell’uomo elegante e di gusto.


William Hickling Prescott – Salem, 04.05.1796 – Boston, 29.11.1859

M’è capitato talvolta d’entrare in case in cui su tavoli bassi, sovente in cristallo, o addirittura su dei pouf, erano disposti in bell’ordine preziosi libri d’arte o d’architettura dalle lucide copertine, o costose riviste, condannati a non far altro che bella mostra di se stessi. Un tavolo non è mai il posto d’un libro, tantomeno un pouf. I tavoli servono per accogliere i posacenere, i vassoi del te o del caffè, qualche soprammobile, non altro. Se dovessimo pensare di colpire positivamente i nostri ospiti con tale sfoggio di pseudocultura, offenderemmo la loro intelligenza ed il loro gusto. Il gentiluomo sa perfettamente che il libro non è un altro oggetto da sfoggiare, ma uno strumento che contiene il pensiero d’uomini di valore. Ciò non significa che tutti i libri siano contenitori dell’umano sapere. Sicuramente ve ne sono alcuni inutili e dannosi, per il loro costo in denaro per l’acquisto ed eventualmente in tempo per leggerli. Al riguardo basti pensare a quelli scritti – e ciò sia detto senza alcuna offesa per la categoria – da uomini assurti d’improvviso alla notorietà sull’onda d’un fortunata trasmissione televisiva. Tale affermazione non è assoluta e quindi potranno trovare sicura collocazione nella biblioteca d’un gentiluomo libri scritti da giornalisti di chiara fama ed intelletto, da storici dell’arte unanimemente apprezzati o da quant’altri che, pur avendo una visibilità mediatica, non devono a questa l’unica loro valenza.


Umberto Eco – Alessandria, 05.01.1932 - Vivente

La prima attività a cui si deve dedicare il novello bibliotecario consiste assolutamente nell’individuare un sicuro strumento di catalogazione dei propri libri. Questa è un’attività sovente tralasciata anche da chi abbia antiche biblioteche di famiglia e quindi per tradizione sia avvezzo alla gestione d’una biblioteca. Il rinviare la tenuta d’un preciso inventario dei propri volumi è un errore gravissimo, che può essere corretto e giammai rimediato. La biblioteca, tra tutte le raccolte del gentiluomo, normalmente costituisce quella che consiste del maggior numero di pezzi. Sin che si posseggono due o tremila libri ci si può anche affidare alla propria memoria, ma quando questo numero cresca – e non è difficile che ciò accada - sarà vano cercare nella propria mente se il tal libro lo si possieda o no.


The yellow books (1877) di Vincent van Gogh

Tra i principi che l’uomo elegante e di gusto deve tener presente nella formazione d’una biblioteca v’è quello che essa vive d’una vita autonoma e che man mano che cresce tende a svincolarsi dalla soggettività di chi l’abbia fondata per divenire un organismo che vive per sé. Vi sono persone che comperano i libri man mano che li leggono ma se un uomo colto legge venti o trenta libri l’anno e molti li rilegge più volte, in cinquanta o sessant’anni non può rifornire la propria biblioteca che di mille, duemila libri letti al massimo. Il bibliofilo acquista ovviamente i libri che lo interessano, ma alcuni di questi finirà per non leggerli mai. Anche se ogni volta che li vede pensa si farlo, al più li consulterà, soprattutto nella bibliografia. Eppure anche questi volumi rimasti vergini non possono assolutamente mancare nella sua biblioteca. Come dicevamo, la biblioteca ha una vita propria e pertanto è svincolata dal suo momentaneo gestore. Il gentiluomo sa che la biblioteca non è di sua proprietà. Egli n’è unicamente l’amministratore per il tempo che la possiede. Una biblioteca è destinata ad essere o tramandata o a costituire un "fondo" di biblioteche pubbliche o private di maggiori dimensioni. Smembrane l’unità o perché non si dispone più dello spazio di cui la stessa necessita o per altri umani accadimenti, è gesto assimilabile al por termine alla vita d’un organismo vivente, immensamente più "grande" di noi e che non ci appartiene alla stregua d’un animale o di quant’altro. Il bibliotecario è solo il temporaneo curatore di tale raccolta.



Or dunque, ritorniamo ai nostri schedari, in cui il gentiluomo sarà facilitato dall’ausilio di programmi elettronici che permettono di eseguire ricerche per materia, per titolo, per autore, per anno di pubblicazione, per argomento. Gli schedari manuali, pur conservando intatto il loro fascino, sono di complessa gestione e non sempre si adattano alle esigenze d’una biblioteca moderna che non abbia del personale apposito che si dedichi con carattere di esclusività alla sua amministrazione. L’uomo elegante considera benvenuta la tecnologia più attuale, quando faciliti le proprie occupazioni invece di snaturarle. Ogni acquisto sarà oggetto di esatta catalogazione. Sarà utile far sì che tale inventario sia disponibile anche su un dispositivo tascabile, così da esser sempre consultabile quando il gentiluomo debba procedere all’acquisto d’un libro in viaggio e non ricordi se esso sia già presente nella propria biblioteca o meno.


Dallo schedario della Biblioteca Cavalleresca – Porta dell’Abbigliamento

Il gentiluomo che si accinga ad accogliere un nuovo libro nella propria biblioteca avrà cura d’annotarne innanzitutto il testo (posponendo eventuali articoli con cui iniziasse, ad esempio "Le confessioni di un italiano" sarà preferibile catalogarlo come "Confessioni di un italiano [le]"). Seguirà di poi l’autore, indicandone prima il cognome e poi il nome (trattandosi d’una catalogazione e non d’una firma è più opportuna questa sequenza); nel caso qui trattato, quindi, Nievo Ippolito. Lì dove, per la notorietà dell’autore, questi venga conosciuto comunemente con il nome, ad esempio Dante, opterei per una rigidità del criterio di cui sopra per esser sicuri di non creare confusioni e quindi proporrei d’inserire quale autore "Alighieri Dante" indicandolo, pertanto, sotto la lettera "A". Si dovrebbe, ancora, annotare la materia; in entrambi tali esempi opterei per "scrittori italiani" e quale argomento sotto cui collocarli, nel caso della "Comedia" dantesca suggerirei quello dei "poemi didascalici", mentre, nel caso dello scritto del Nievo, quello dei "romanzi". Utile alla catalogazione è anche inserire l’anno dell’edizione posseduta, l’editore e l’eventuale codice identificativo ISBN.


Ex libris della Biblioteca Cavalleresca

Fatto ciò il bibliofilo inserirà nel libro un "ex libris". Si tratta di foglietti di norma incollati sulla seconda pagina di copertina o in una delle prime pagine interne, o semplicemente inseriti, in cui vi sono delle indicazioni relative alla biblioteca e al proprietario, un motto ed un simbolo che contraddistinguano tale raccolta di libri. Chi possedesse uno scudo araldico può attingere ad una delle figure che ivi compaiono o ad un motto di famiglia. Il gentiluomo che non avesse uno scudo di origine familiare può optare per simboli che richiamino aspetti del proprio carattere o delle proprie inclinazioni. Sull’ex libris potrà essere annotato a matita il numero d’ordine attribuito nella catalogazione che non potrà essere che quello cronologico.



Molto belli sono alcuni "ex libris" monocromatici color seppia, malva o carta da zucchero, ma anche neri, grigi o policromatici sono gradevoli; sarebbe preferibile però non eccedere nei colori. Figure abbastanza comuni negli "ex libris" sono le rose, i torchi, i bauli antichi; gli estimatori di Leonardo potranno, ad esempio, far riprodurre l’uomo vitruviano, gli amanti del genere liberty potranno sbizzarrirsi tra infinite decorazioni.



Una volta catalogato, il libro contribuirà, sia pure con la propria individualità, a far parte durevolmente di quell’ "unicum" ch’è la biblioteca del gentiluomo.


La Treccani

Si è, nel corso di questo scritto, accennato al posto che devono avere le enciclopedie ed i dizionari. L’enciclopedia italiana per eccellenza è la "Treccani", il nome con cui è più comunemente nota l'Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti. Esiste in due versioni. La prima, detta monumentale, è su due colonne per facciata ed utilizza caratteri più grandi, mentre la seconda, o lessico, si sviluppa su tre colonne ed utilizza caratteri più piccoli. Per questioni di spazio, opterei per quest’ultima, che comunque conta decine di volumi cui negli anni si aggiungono gli aggiornamenti. Vi sono comunque numerose altre enciclopedie complete e di facile consultazione. Oltre ad un ottimo dizionario italiano la biblioteca del gentiluomo ospiterà i dizionari delle principali lingue straniere. Tra i dizionari ve ne sono d’utilissimi quali quello dei "sinonimi e dei contrari", quello "etimologico", quelli tematici, quelli comparati e quant’altri. Un dizionario utilissimo è quello "visuale". A volte può capitare di non ricordare il nome d’un oggetto o di una parte diesso, ma di conoscerne forma, uso e applicazioni. Tramite questi dati, si risalirà facilmente al nome desiderato.


Un risultato da evitare, almeno dopo i sedici anni

Il gentiluomo che avesse delle inclinazioni verso le materie umanistiche potrà suddividere la propria raccolta di libri in "letteratura italiana", "letteratura straniera", "storia", "filosofia", "teologia" e quant’altro. Chi avesse inclinazione verso le materie scientifiche avrà cura di suddividere i propri libri in opere attinenti alla "matematica" alla "geografia" alle "scienze fisiche, chimiche, botaniche" alle "tecnologie meccaniche ed elettroniche" e quant’altro. In entrambi i casi non mancheranno i volumi dedicati agli svaghi preferiti del gentiluomo, siano essi sportivi, siano essi attinenti alle proprie collezioni. Vi sarà, inoltre, un settore dedicato agli usi e ai costumi dei popoli, fenomeni questi di cui l’uomo elegante è fine indagatore, nonché una piccola o grande area in cui troveranno posto libri d’esoterismo o di scienze riservate a chi ha culture iniziatiche.



Due volumi non dovrebbero mancare, in ogni caso, nella libreria d’un gentiluomo: il primo è "Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, il secondo è "Controcorrente" di Joris Karl Huysman. In questi volumi sono delineate rispettivamente due figure di gentiluomini: Fabrizio di Salina e Jean Floressas des Esseintes. Entrambi aristocratici, entrambi membri d’un mondo che ha esaurito il proprio ciclo di superficie e di massa per vivere immortale per quei pochi che ne penetreranno i più profondi contenuti.


Charles John Huffam Dickens – Landport, 07.02.1812 – Gadshill, 08.06.1870

Tra gli arredi della biblioteca dell’uomo elegante e di gusto oltre le indubbie librerie vi sarà una scaletta in legno per raggiungere le scansie più alte; ve ne sono al riguardo alcune che, ripiegate, formano un panchetto od una poltroncina e non occupano eccessivo spazio; esse hanno come unico difetto il non essere molto alte una volta aperte. Chi possedesse delle massicce librerie potrebbe convenientemente far montare in modo saldo delle bacchette d’ottone sulle quali agganciare delle vere scale in legno. Ove le librerie fossero formate da un mobile con il sopralzo il livello di giunzione tra i due sarebbe l’altezza ottimale per l’aggancio in modo tale da consentire d’arrivare comodamente ai ripiani più alti senza dover salire sugli ultimi gradini, attività sempre pericolosa.


Jean Gwenaël Dutourd – Parigi, 14.01.1920 - Vivente

Una scrivania grande o piccola sarà necessaria quale piano d’appoggio per scrivere o per un elaboratore elettronico, strumento indispensabile oggidì. Un portatile, per il minore ingombro ottico e pratico, trovo sia preferibile al tradizionale schermo fisso con tastiera e torre. Terminato l’uso, può facilmente essere ripiegato e riposto in un cassetto. Chi potesse dedicare un ampia sala alla propria raccolta di libri potrà sicuramente prevedere degli spazi per uno o più tavoli da lettura e per accoglienti divani per la conversazione con i propri veri e perciò rari amici. La biblioteca del gentiluomo è il luogo in cui egli si ritira per meditare e per scrivere. Quali migliori compagni di queste attività il bere ed il fumare? Or dunque, troveranno sicuramente e degnamente posto nella biblioteca del gentiluomo anche i suoi amati sigari ed i cognac più preziosi, che fumerà e sorseggerà al bagliore di un camino nel quale arderanno profumate essenze: legni di cipresso, di cedro, d’agrume. Se un camino non vi fosse, egli saprà creare un ambiente altrettanto caldo e stimolante: una poltrona di pelle, possibilmente capitonné, una abatjour saranno il conforto dei propri pensieri. Il gentiluomo sa che non è la quantità degli oggetti o l’ampiezza ed il numero delle stanze a far grande il proprio spirito ma la qualità di quelli e l’eleganza di queste.

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