Oggetto: Smoking

Davide Baroncini

da Imola (BO), martedì 20 ottobre 2020 alle ore 17:55:55

Spett.le Gran Maestro,

giunta è l'ora di confezionare un nuovo smoking, pertanto - ringraziandola sin d'ora - Le chiedo alcuni suggerimenti in merito ai dubbi che mi sovvengono.

L'idea sarebbe quella di utilizzare come modello il doppiopetto definito 'Kent' con 4 bottoni.

Ecco il primo interrogativo.

I 4 bottoni mi piacerebbero tutti e 4 'utili' (abbottonabili).

Pensa sia soluzione corretta, oppure andrebbe contemplata solo la più classica configurazione con gli ultimi due utili e gli altri di 'mostra'?

I bottoni andrebbero ricoperti con la stoffa del tessuto (che sarà una barathea nera di Vitale Barberis Canonico da 330 grammi), oppure con la seta da utilizzare nei revers?

Per questi ultimi vorrei evitare il raso e mi pare di ricordare che il suo smoking abbia gli stessi in cannetè di seta; opzione che vorrei adottare pure io, me ne può confermare la classicità?

Con la stessa seta dei revers, poi, è corretto confezionare anche il 'farfallino' e utilizzarla anche per la banda nei pantaloni?

Se sì, la seta per la banda laterale del pantalone sarà montata con le linee del cannetè in verticale o in orizzontale?

Sempre se non ricordo male, in un suo articolo, consigliava di non mettere tasche posteriori nei pantaloni, chiedo quindi quante tasche interne dovrà avere la giacca?

In attesa delle Sue sempre apprezzate risposte, porgo distinti saluti

Davide Baroncini

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Davide Baroncini

P. S. dimenticavo, la giacca dovrà avere gli spacchi?

Distinti saluti.


Davide Baroncini

da Imola (BO), venerdì 23 ottobre 2020 alle ore 12:43:42
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Giancarlo Maresca

Bentornato,
 
signor Baroncini.
negli ultimi anni abbiamo visto la tenuta black tie sviluppare un grande favore per le dinner jacket spezzate molto fantasiose e attillate. Lo smoking completo nero (o blu) ha invece favorito forme sempre più vicine alla modellistica dell'abito da giorno, da cui vengono importati spacchi, risvolti, ampiezze, accollature e abbottonature. In tal senso la sua scelta di un doppiopetto 4X2 è molto attuale e tutto sommato ineccepibile.
 
 
 
 
Prima di prendere la decisione definitiva, però, dia uno sguardo alle immagini di questo smoking con la configurazione ultima adottata dal Duca di Kent, ovvero 4X1 con coppia alta sfalsata. Nella prima foto lo vede come realizzato nel 2010 dal maestro Franco Puppato, nelle successive così come è apparso dieci anni dopo, alla serata di gala di Milano su Misura il mese scorso. Il tessuto è proprio la barathea di Vitale Barneris Canonico.

Cavallerescamente
Giancarlo Maresca
da , lunedì 26 ottobre 2020 alle ore 15:33:19
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Davide Baroncini

Egregio Gran Maestro


ringraziandola per la cortese risposta, le confesso che ora mi mette in difficoltà. In effetti la foggia del suo 'smoking' è affascinante; credo ci penserò attentamente.





Distinti saluti.


Davide Baroncini

da Imola (BO), martedì 27 ottobre 2020 alle ore 10:22:02

Giovanni Martino

Illustrissimo Gran Maestro,

ricordavo che nel doppiopetto "duca di Kent" il punto vita della giacca dovesse cadere nel mezzo delle due linee di bottoni.

In questa interpretazione del maestro Puppato, invece, mi sembra che il posizionamento dei bottoni sia più alto, con la linea inferiore – e il bottone attivo – che sale quasi al punto vita.

E’ una mia impressione errata oppure una scelta voluta, mirata a un effetto particolare?

Cavallerescamente
Giovanni Martino
da Roma, martedì 27 ottobre 2020 alle ore 17:30:22
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Giancarlo Maresca

Illustre Cavaliere Martino,
come ben sa, il doppiopetto alla duca di Kent si diffonde con questo nome al termine di una rapida evoluzione che aveva portato il duca Giorgio (1902-1942) dal tradizionale doppio petto 6X2 prima verso il 4x2 e finalmente al 4X1. Morì troppo presto per completare il suo percorso, che avrebbe comportato chissà quali ulteriori avventure estetiche.



Fece appena in tempo a vedere la nascita del figlio Michael, che come terzogenito non aveva ereditato il titolo, ma l'irriducibile propensione per i doppi petti sì. Alla fine degli anni '30, quando l'Europa prima e il mondo poi dovranno a lungo preoccuparsi delle divise più che occuparsi degli abiti, il quarto figlio di Giorgio V e quindi nipote diretto di Edoardo VII era un personaggio in vista, che nonostante la notorietà o forse grazie a essa faceva uno spregiudicato uso di sesso, stupefacenti e mondanità. Lo scopo per cui trasformò l'allacciatura delle sue giacche fu certamente quello di alleggerire il doppiopetto sia nella linea che nell'uso.




Quanto alla modellistica, portare il bottone attivo al livello più basso allungava e snelliva giacca e figura; quanto alla praticità vediamo da foto come questa che il duca Giorgio di Kent fu probabilmente il primo big dresser a trascurare l'allacciatura del controbottone. Inoltre una giacca con meno bottoni, allacciabili o no, è meno impegnativa. Alla luce di queste considerazioni storiche e stilistiche si deve senz'altro concludere che per essere pienamente degno del duca di Kent un doppiopetto che ne voglia portare il nome dovrebbe avere i bottoni al livello delle tasche, che con tutta evidenza egli riteneva invalicabile verso il basso. Chiamare così una giacca che porti i bottoni ancora più giù sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di un meritevole ricercatore, mentre considero lecito, anche se meno pertinente, approfittare di questa sintetica definizione estendendola ai doppipetti 4X1 con  abbottonatura ad altezze superiori. 

Cavallerescamente
Giancarlo Maresca
da Napoli, giovedì 29 ottobre 2020 alle ore 11:59:52
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