Egregio Gran Maestro,
vorrei sapere la sua preziosa opinione circa un quesito che
è stato oggetto di discussione tra me e due miei amici. L’argomento è l’abbigliamento maschile classico, nel suo
concetto più esteso.
E qui è nata la discussione: qualcuno ha detto che sta
proprio nei fondamenti dell’eleganza maschile classica portare i vestiti e le
scarpe fino alla loro morte naturale, rammendando e riparando quando necessario
e finchè possibile; qualcun altro invece ha sostenuto che massimo ogni 10 anni,
è necessario rinnovare completamente il proprio guardaroba (pur rimanendo entro
alcuni parametri del classico) proprio per evitare l’effetto di “vecchio”.
Eppure, non sta proprio nel concetto di eleganza classica,
il poter rigenerare quasi all’infinito i capi di abbigliamento? Sottostando
alle mode, che impongono un ricambio frequente del guardaroba, come è possibile
sostenere questa disciplina?
Colgo l’occasione per dirle che apprezzo molto quello che Lei
ha fatto e che continua a fare per l’universo maschile, seguo sempre i suoi
articoli che trovo particolarmente illuminanti. Credo che Lei, parlando di abbigliamento,
stia complessivamente indicando all’uomo di oggi quale è il sentiero da
percorrere, quale la meta da raggiungere.
La ringrazio per la risposta, e le mando i miei migliori
auguri per ottimo 2021
Gianni Calzolari - Ferrara