Compendio



DEL SENTIRE D’UN GENTILUOMO



a) Del contegno con le gentili dame
Il gentiluomo deve disporsi, nel rapporto con una Dama, a custodire le qualità insite nella grazia femminile di costei. Trattiamo qui, ovviamente, delle Dame, che delle femmine s’interessano i trattati di zoologia e solo lì si potrà trovare il comportamento più conveniente da tenersi con queste ultime. Le Donne sono per proprio animo amabili. Hanno necessità di radunare affetti e sentimenti in una piccola cerchia, normalmente tra le persone della propria domus. Un Uomo Elegante non dovrebbe mai avvilirla in questo o per questo, né contrastarla con la vista di orizzonti più acconci alla propria visione della vita che non a quella di lei.

La Donna è dolce di per sé e questa caratteristica dell’animo può influenzare positivamente l’uomo che le è accanto. Ella è un essere delicatissimo che si compiace del bello e delle raffinatezze ed abbisogna d’amabilità e di cortesia. Il mortificare l’animo femminile con prepotenze o imposizioni d’una autorità che maschera debolezza impedirebbe il naturale manifestarsi di quelle caratteristiche squisitamente femminili che tanto beneficio arrecano all’uomo. Un minimo d’arrendevolezza di fronte al fiorire delle peculiarità femminee non pregiudica l’autorità dell’uomo. L’autorità maschile travalica l’esercizio d’un potere fine a se stesso e trova la sua ragion d’essere solo nei benefici che da essa possano derivare. L’uomo deve esercitare un ruolo in cui è presente l’autorità, ma ove questa sia un dovere e non un diritto. Il vir non tratterà mai la propria Compagna come un essere inferiore né nella propria domus né tanto meno in società; il profittare d’un momento di debolezza d’una Donna è indice di vigliaccheria. Il gentiluomo ha la potestas, la Dama i diritti. Vano sarebbe indagare se questo sia giusto o meno con un concetto di giustizia che sarebbe sempre quello umano, come tale imperfetto. Qui siamo in presenza di un’altra forma di giustizia, quella della natura. Ci troviamo di fronte agli equilibri che presiedono l’armonia della vita.



Il gentiluomo tratterà la propria Compagna in modo da farla sentire sempre al centro del proprio universo, soprattutto in società e particolarmente in presenza d’altre Dame. Eviterà d’avere nei confronti di queste un comportamento eccessivamente confidenziale o, di più, promettente. Si limiterà a fare piccoli complimenti sull’abbigliamento di costoro e subito dopo rivolgerà le proprie attenzioni a colei che lo accompagna. Mai in presenza d’inferiori, domestici e quant’altri, farà osservazioni o tanto meno rimbrotterà la propria Dama. Se egli reputerà manifestare il proprio disappunto lo farà sempre con parole gentili fornendole tutte quelle informazioni di cui lei abbisogna per comprendere l’eventuale suo torto. Tutto ciò produrrà lo sbocciare di quei comportamenti da parte della propria Dama che non le fanno rimpiangere la presenza del proprio padre per difenderla.

La mente del gentiluomo è rivolta per propria disposizione naturale verso l’interesse ed il calcolo in quanto egli precipuamente e storicamente s’interessa del sostentamento e della sicurezza della propria famiglia. Nella Donna l’intelletto è guidato dal sentimento e dalla passione. Il gentiluomo valuta e sbaglia dopo attenta considerazione. La Donna conserva ed ascolta l’istinto con la stessa sicurezza. L’uomo esamina il reale e ama illudersi di poter collocare ogni cosa e persona ad un suo posto preciso. Molto spesso è un posto giusto, cui si mettono una persona o una cosa sbagliati. La Donna avverte il reale e lo giudica di volta in volta, senza avvertire la necessità di ruoli fissi se non per la ristretta cerchia del suo sangue, che è disposta a difendere con la vita. Così accade che l’amico che frequentate dai tempi del liceo e che più volte vi ha mancato di rispetto o gabbato, noi lo si continui ad amare per quanto ci ricorda, cioè per il posto in cui lo abbiamo sistemato. La nostra Donna ci dice subito che si tratta di un peso morto o peggio, cosa che noi riconosciamo non prima di alcuni anni.


Nell’uomo le idee passano al vaglio della ragione, nella Donna a quello del cuore. La virtù genera nell’uomo i nobili sentimenti dell’amor patrio e del soccorso per i suoi simili. Il cuore porta la Donna verso amori più riservati, più circoscritti: quello per il proprio uomo, per la propria famiglia. Quanto più una Donna è dotata di gusti delicati, tanto più le sue capacità volitive si aprono all’apprezzamento delle bellezze del creato, dell’arte, al gradire le amicizie e le conversazioni dotte e garbate, al compiacimento per le letture gentili. Il gentiluomo asseconderà in ciò la propria Dama accompagnandola a visitare località sconosciute e suggestive, a passeggiate in mezzo al verde, a concerti, a teatro, a vernissage, a frequentazioni sociali convenienti. L’uniformità quotidiana predispone all’uggia ed all’abbandono della vigoria. Il gentiluomo sa che tali distrazioni in propria compagnia condurranno la propria Dama a rinnovare la propria vitalità. Nelle passeggiate offrirà il braccio destro e farà in modo che egli si trovi sempre sul lato scoperto della via, mentre la propria Compagna costeggerà il muro.

L’abitudine di offrire sempre e comunque il lato destro è desueta ed ha la propria origine nella consuetudine di portare sul lato sinistro lo spadino, con la conseguenza che, se il caso richiedeva di estrarlo improvvisamente, si correva il rischio di colpire la propria Dama. Non usandosi più lo spadino, è più conveniente far che ella si senta protetta tra la propria figura, che le farà da copertura verso la via, ed un muro. Incontrando una Dama per istrada il gentiluomo farà di tutto per non salutare per primo e cederà solo se mancare il saluto appaia più grave che praticarlo nelle condizioni errate. Sorriderà, attendendo che un cenno del capo di ella lo autorizzi al saluto, che a questo punto andrà da un gratificante tocco al cappello (il gentiluomo porta il capo coperto proprio per questi momenti) sino ad un piccolo evento in cui la misura e la pratica sono la guida per non cadere nell’affettazione o nel ridicolo. Il tutto secondo il rango, la stima e l’affetto nel rapporto con l’interlocutrice. Così pure non porgerà la mano per primo e attenderà che la Dama porga la sua. Nello stringere la mano eviterà sia di incorrere in una stretta debole sia in una forte stretta cameratesca. La stretta d’un gentiluomo dev’essere al tempo stesso cordiale e gentile, comunque mai effeminata.


Se l’incontro avvenisse in un luogo chiuso, alla stretta di mano sarebbe preferibile il baciamano. Se egli ha confidenza con la Dama è sufficiente, avendo avuto prima cura di chinare il capo, l’accompagnare la mano della dama verso le proprie labbra e sfiorarla appena. Se, viceversa, fosse presentato per la prima volta o salutasse una Dama per rango o per età di lui maggiore è assolutamente preferibile l’inchinare anche il busto. Anche in questo caso sarà sempre la Donna che, porgendo la mano inviterà il gentiluomo al baciamano; in caso contrario egli deve astenersi. L’uso antico vuole che una Dama presentata per la prima volta ad un gentiluomo chini leggermente il capo e scambi poche parole senza offrire la mano per ricevere il baciamano. Il gentiluomo, in questo caso, chinerà il busto verso di lei. Questa, però, è un’abitudine rara.

Incontrando una Dama per strada o in luogo aperto, alla semplice stretta di mano guardandola in viso sarebbe preferibile accompagnare una leggera flessione del busto. Il baciamano in luoghi non coperti è da evitare. E’ opportuno ricordare che una Dama non ama baciare chiunque. Sono quindi da sconsigliare i frequenti baci che molte volte oggidì si vedono in pubblico tra uomini e donne che siano semplici conoscenti. Anche la figura maschile trarrà vantaggio da una minore pratica di questi comportamenti svenevoli.

Entrando in luogo pubblico, in una casa ove ella non sia conosciuta, o ad un ricevimento, il gentiluomo precederà sempre e con sicurezza la propria Dama. Non le cederà mai il primo passo verso l’ignoto, uso assolutamente indegno d’un uomo raffinato. Oggigiorno gli impegni della vita quotidiana non sempre permettono al gentiluomo d’accompagnare la propria Dama al cinema, al teatro od in altro luogo d’interesse. Pertanto disporrà le cose in modo tale che ella non vada mai da sola, ma sia accompagnata da una parente o da un’amica.

E’ frequente che le Dame s’incontrino tra loro in giorni stabiliti. Sarebbe opportuno in tali occasioni, ove la propria Compagna ricevesse le amiche in casa, una breve apparizione del gentiluomo per dimostrare il gradimento di quella riunione nella propria domus e la considerazione per le faccende della propria Dama. Dopo i doverosi saluti, si tratterrà appena qualche attimo e poi chiederà di accomiatarsi.


Per essere gradito e dirigersi sulla strada della cortesia, l’impulso di far da scudo alla propria Compagna deve scaturire non già da sciocca boria o da superbia, ma dal profondo dell’animo. Una Dama ama talvolta riconoscersi debole per bere al calice della protezione che un gentiluomo deve offrirle. Tale rispettoso rifugio non deve in alcun modo aprirsi al trattare colei che s’affida all’uomo in guisa d’inferiore. Rifugga l’Uomo la superbia maschile. La cortesia dell’Uomo troverà sempre la giusta mercede nella contentezza della sua Compagna, nell’intimo compiacimento del proprio sentimento e dell’altrui gioia.

Il gentiluomo non incorrerà mai nella volgarità o nella violenza, anche verbale. Non v’è nulla di più offensivo per l’animo femminile. Nel rientrare tra le domestiche mura, fra quanti lo accogliessero saluterà per prima la propria Dama, a meno che non vi sia la presenza della propria suocera o madre. In tal caso, saluterà prima costoro. Ricordi il gentiluomo che la casa è il regno della sua Dama, così come egli signoreggia nel mondo esterno. Non metta il naso nella disposizione delle suppellettili, nella conduzione della casa ed in quelle piccole cose in cui le Dame esercitano i loro affetti e la propria sensibilità.

Oggidì s’incontrano sempre più uomini che, di fronte all’intraprendenza femminile, ove non siano intenzionati a rapportarsi con le Dame che ne cercano le attenzioni, non rispondano ai telefoni od incontrandole per strada cambino direzione o assumano comportamenti similari. Un gentiluomo non terrà mai simili atteggiamenti. Riscontrerà sempre le richieste di conversazione d’una Donna, epistolari, telefoniche o verbali che siano. Cortesemente e schiettamente farà notare, ove egli non fosse interessato a corrispondere un palese interesse, che egli è già fidanzato o innamorato d’un’altra donna, sicuramente meno bella. Preciserà pertanto che, essendo l’amore cieco, egli, per quanto lusingato, non intende incoraggiare i contatti. La mancanza di chiarezza nei confronti d’una Dama cela incapacità di offrire protezione. La brutalità della chiarezza, che potrebbe anche determinare una rottura definitiva dei rapporti, fa sì che la Dama quantomeno eviti di coltivare un’infatuazione senza speranza da cui non potrebbe venire che nocumento. Egli avrà così esercitato sino in fondo quel ruolo di gentiluomo che non abbisogna di riconoscimento alcuno, ma che è per il sol fatto di essere.
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