Durante il mese di dicembre appena trascorso la
gloriosa Prefettura di Genova ha organizzato una memorabile visita, con
incontro e studio cavalleresco, nel laboratorio di Finollo. Preciso, a scanso
di equivoci, che non stiamo parlando del solenne fondaco di via Roma in Genova,
ma del vero e proprio laboratorio ove nascono tutte le camicie su misura e le
cravatte, ubicato nella piccola via Luccoli 29/7.
Occasioni come queste sono più uniche che rare - mi
preme or ora ringraziare nuovamente il Prefetto Molinari e tutti i Cavalieri
genovesi per questa opportunità - per gli autentici appassionati di
abbigliamento, che si compiacciono di toccare con mano gli oggetti dei loro
desideri e di approfondire tecniche, lavorazioni e dettagli altrimenti
impossibili da vedere. Ciò che ha reso poi straordinario questo evento è stata
la possibilità di accedere a tutto l’archivio storico della casa sotto la
garbata guida di Daniela Finollo. Si è dibattuto più volte sullo stato attuale
della camiceria Finollo e non mi dilungo su questo argomento; ciò che rende
veramente uniche ed irraggiungibili ditte come Finollo è una storia capace di
nominarsi dinastia e di serbare nei suoi libri intuizioni, invenzioni e
frequentazioni fuori dal comune. Così nascono e prosperano i “modelli primi” di
questo mondo; taluni li chiamano miti. Finollo, per gli appassionati di
abbigliamento classico, è uno di questi.
Come dicevo poc’anzi, visitare il vero e proprio
laboratorio di queste case, visionare l’archivio storico, toccare i capi che hanno
prodotto nei decenni, guardare le tecniche di lavorazione, scoprire i dettagli
peculiari, dà la possibilità di sentire
il calore di quelle braci che alimentano il fuoco della grande maison.
Alla base della sua gloria c’è il famoso “collo
Finollo” o collo genovese. Molti si chiedono che forma precisa abbia e quali
siano le caratteristiche. Come si può vedere dalle foto il collo segue un
andamento normale e rettilineo lungo la linea posteriore per poi aprirsi in una
vela larga appena aggetta sul dorso. Questo permette di combinare una pistagna
elegante e contenuta con una vela importante, capace di scivolare sotto il
bavero della giacca. E’ una lavorazione ben visibile tenendo il collo in mano
ma che sparisce una volta indossata.
Interessante in una vecchia camicia il portastecche
fatto con un nastro ed il passante per fermare la cravatta.
Il carré posteriore a sprone.
Interessantissima questa pence posteriore con una sola
piccola ripresa centrale. Molto raffinata e oggi quasi introvabile.
Ebbene sì, le iniziali non lasciano spazio a dubbi. E’
lui. L’ultimo Re d’Italia. Era solito farsi cucire questa combinazione
camicia-boxer. Sulla praticità non mi esprimo…
Il ricamo delle iniziali e del mese-anno di produzione
Particolare attenzione è sempre stata la ricerca di
una modellistica che tenesse la camicia ben a posto una volta questa sia
indossata. Sappiamo quanto è importante per questo scopo la lunghezza e la
vestibilità sotto il mantesino dei pantaloni. La foto è molto ravvicinata ma si
scorge la ricchezza della parte inferiore della camicia che andrà nei
pantaloni, quasi una gonna leggermente svasata.