Il laboratorio di Finollo

Camiceria - Artigiani italiani e stranieri - Accessori - Cravatte - Camicie - Teoria e Storia dell'Abbigliamento classico

Lorenzo Villa

da Parma, venerdì 10 febbraio 2017 alle ore 09:41:40

Durante il mese di dicembre appena trascorso la gloriosa Prefettura di Genova ha organizzato una memorabile visita, con incontro e studio cavalleresco, nel laboratorio di Finollo. Preciso, a scanso di equivoci, che non stiamo parlando del solenne fondaco di via Roma in Genova, ma del vero e proprio laboratorio ove nascono tutte le camicie su misura e le cravatte, ubicato nella piccola via Luccoli 29/7.





Occasioni come queste sono più uniche che rare - mi preme or ora ringraziare nuovamente il Prefetto Molinari e tutti i Cavalieri genovesi per questa opportunità - per gli autentici appassionati di abbigliamento, che si compiacciono di toccare con mano gli oggetti dei loro desideri e di approfondire tecniche, lavorazioni e dettagli altrimenti impossibili da vedere. Ciò che ha reso poi straordinario questo evento è stata la possibilità di accedere a tutto l’archivio storico della casa sotto la garbata guida di Daniela Finollo. Si è dibattuto più volte sullo stato attuale della camiceria Finollo e non mi dilungo su questo argomento; ciò che rende veramente uniche ed irraggiungibili ditte come Finollo è una storia capace di nominarsi dinastia e di serbare nei suoi libri intuizioni, invenzioni e frequentazioni fuori dal comune. Così nascono e prosperano i “modelli primi” di questo mondo; taluni li chiamano miti. Finollo, per gli appassionati di abbigliamento classico, è uno di questi.

Come dicevo poc’anzi, visitare il vero e proprio laboratorio di queste case, visionare l’archivio storico, toccare i capi che hanno prodotto nei decenni, guardare le tecniche di lavorazione, scoprire i dettagli peculiari,  dà la possibilità di sentire il calore di quelle braci che alimentano il fuoco della grande maison.

Alla base della sua gloria c’è il famoso “collo Finollo” o collo genovese. Molti si chiedono che forma precisa abbia e quali siano le caratteristiche. Come si può vedere dalle foto il collo segue un andamento normale e rettilineo lungo la linea posteriore per poi aprirsi in una vela larga appena aggetta sul dorso. Questo permette di combinare una pistagna elegante e contenuta con una vela importante, capace di scivolare sotto il bavero della giacca. E’ una lavorazione ben visibile tenendo il collo in mano ma che sparisce una volta indossata.









Interessante in una vecchia camicia il portastecche fatto con un nastro ed il passante per fermare la cravatta.





Il carré posteriore a sprone.




Interessantissima questa pence posteriore con una sola piccola ripresa centrale. Molto raffinata e oggi quasi introvabile.




Ebbene sì, le iniziali non lasciano spazio a dubbi. E’ lui. L’ultimo Re d’Italia. Era solito farsi cucire questa combinazione camicia-boxer. Sulla praticità non mi esprimo…








Il ricamo delle iniziali e del mese-anno di produzione




Particolare attenzione è sempre stata la ricerca di una modellistica che tenesse la camicia ben a posto una volta questa sia indossata. Sappiamo quanto è importante per questo scopo la lunghezza e la vestibilità sotto il mantesino dei pantaloni. La foto è molto ravvicinata ma si scorge la ricchezza della parte inferiore della camicia che andrà nei pantaloni, quasi una gonna leggermente svasata.





 

 

 

 

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Lorenzo Villa

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La cravatta

Tutte le cravatte sono prodotte entro questo laboratorio. Ciò che ha reso celebre Finollo sono le cravatte con un piccolo ricamo, sia questo un guidone, un fiore, un simbolo, uno stemma del cliente.




Il ricamo sulla seta, con filo di seta.








La ribattitura della cravatta. Inserito un interno sagomato, le parti della cravatta vengono ripiegate e puntate con degli spilli per tutta la sua lunghezza. Poi viene cucita con filo due volte più lungo della lunghezza della cravatta con punto di slittamento.












da Parma, venerdì 10 febbraio 2017 alle ore 09:45:09
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Lorenzo Villa





Un doveroso tributo alla padrona di casa : Madame Daniela Finollo.



da Parma, venerdì 10 febbraio 2017 alle ore 10:05:50
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Arcangelo Nocera

Questa tavola, pubblicata nel 1935 sul numero di Novembre di Esquire in cui fashion sketchs differenti  ispirati dai reports sul campo degli inviati della Rivista  illustrano i principali trends  dell'abbigliamento classico maschile di quel periodo, mi offre lo spunto per alcune considerazioni sui rapporti tra la grande camiceria inglese e  quella genovese cha ha avuto in Finollo il suo piu' grande interprete. Nello sketch n° 2  viene infatti proposta una camicia a righe con un colletto (“slotted collar”) corredato di un particolare tecnico rappresentato da una fettuccia al di sotto della quale far passare la cravatta per tenerne il nodo sempre in posizione corretta.



Tale dettaglio, presentato dalla Rivista come una novità introdotta proprio in quell'anno nella camiceria inglese, lo si ritrova in un colletto della Casa Finollo riportato dall' Illustre Cavalier Villa nel suo report sulla visita al loro laboratorio organizzata dal Cavalleresco Ordine nel Dicembre del 2016. Tale colletto,relativo ad una camicia bianca con righe a piccoli disegni geometrici, ,probabilmente risalente ai primi anni '50, presenta anche il particolare aggiuntivo di un portastecche applicato, fatto con nastro dello stesso materiale della precedente fettuccia e sicuramente finalizzato a lasciare intatto il tessuto del sottocolletto.




I continui viaggi dell'imprenditoria genovese a Londra, nell'ambito degli storici rapporti tra Genova ed il Regno Unito, il suo contatto con l'alta camiceria londinese rappresentata da giganti quali Hawes & Curtis, Budd e Turnbull & Asser e la necessità di avere anche nella propria città una camiceria di simile qualità,  hanno sicuramente influenzato l'evoluzione tecnica e stilistica di questa prestigiosa Ditta che grazie anche al genio creativo del suo fondatore Emanuele Finollo ha spesso realizzato capolavori superiori a quelli delle suddette Case londinesi.





da Genova, mercoledì 18 ottobre 2017 alle ore 19:12:05
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Lorenzo Villa

Il particolare della fettuccia ferma cravatta ha generato alcuni discepoli che hanno adottato questo particolare costruttivo.

La camiciaia torinese Maria Teresa Frittolini ne da un esempio in una sua camicia :



L'artigiana, forte di una importante esperienza parigina prima con Pierre Duboin e successivamente nell'atelier bespoke di camiceria di Lanvin, non è avara di ricerca e sperimentazione classica.

Potrebbe valere la pena provare questo particolare con la propria camiceria su misura. In effetti il posizionamento fermo e alto del fusto della cravatta gioverebbe ad un nodo saldo e ben serrato.



L.V

da Parma, lunedì 27 novembre 2017 alle ore 11:03:48
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