Concerti di Capodanno e dress code

Dress Code - Giacche - Abiti - Teoria e Storia dell'Abbigliamento classico

Arcangelo Nocera

da Genova, lunedì 2 gennaio 2017 alle ore 11:29:39

L'aver ascoltato  alla televisione quest'oggi  i due concerti di Capodanno rispettivamente  dell'Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia e della Wiener Philharmoniker ,mi ha indotto ,come già lo scorso anno, ad alcune considerazioni sul dress code utilizzato in tali occasioni dagli orchestrali e dai Direttori d'orchestra. Il 4 Gennaio dello scorso anno, dopo aver assistito ai suddetti Concerti, avevo inviato alla Produzione ed all'Ufficio Stampa del Teatro La Fenice, senza  ottenere alcuna risposta, la  mail di seguito riportata , ulteriormente sostenuta da un' altra lettera  di analogo tenore inviata quasi contemporaneamente dall' Illustrissimo  Gran Maestro.

“Gentili Sigr.ri,

nel complimentarmi con il Vostro magnifico Concerto di Capodanno di questo 2016 che ancora una volta ha portato sulla ribalta internazionale il volto migliore dell'Italia mi preme di segnalare alla Vostra attenzione una nota stonata presente nel Concerto che di certo non sarà sfuggita a pochi soprattutto in conseguenza del fatto che al Concerto del Teatro La Fenice è seguito immediatamente dopo ,in diretta dalla Musikverein di Vienna, quello della Wiener Philharmoniker. A differenza degli orchestrali e del Direttore della Wiener Philharmoniker  tutti correttamente abbigliati , trattandosi di una matinée, in "stroller suit" (o mezzo tight ), gli orchestrali della Fenice ed il Direttore del Concerto James Conlon indossavano molto impropriamente il frac, abito da sera e quindi strettamente  indicato solo per gli spettacoli serali. A mio avviso un teatro importante come La Fenice, depositario di una tradizione plurisecolare di arte e bellezza,  non puo' permettersi un tale svarione che definirei a dir poco imbarazzante  e lasciarsi superare, quanto a rispetto del dress code, da altri paesi sicuramente non superiori all'Italia per buon gusto ad amore dell'eleganza.

Con i migliori saluti

Arcangelo Nocera”

Le cose quest'anno, almeno per quanto riguarda Il Teatro  La Fenice, non sono mutate. Infatti  gli Orchestrali della Fenice ed il Direttore d'Orchestra  l'italiano  Fabio Luisi hanno indossato ancora una volta il frac per un concerto iniziato alle 12.20. Non a giustificazione ma allo scopo di poter meglio inquadrare  le motivazioni alla base di una tale scelta, mi preme questa volta  sottolineare: i) che il programma del Concerto, come quello dello scorso  anno , includeva alcune arie operistiche cantate da tenori, i quali come è noto amano esibirsi solo in frac;alla luce di cio' sembra verosimilile  che si sia deciso di rendere omogeneo il dress code di tutti i componenti maschili del Concerto ;ii) sul piano storico l 'abitudine di indossare il frac anche per occasioni di giorno, tra cui ad es.  i matrimoni di mattina, ha rappresentato  un tipico vizio francese come già segnalato in un articolo della Rivista Monsieur del 1923 dal titolo “La buona scelta del frac” riportato nell'antico Castello  dal Maestro Mocchia di Coggiola all'Appunto 5933 ,ed aggiungerei sempre per il passato anche un vizio italiano, in particolare di una parte dell'aristocrazia  scevra  da influenze culturali  britanniche.

Per quanto riguarda il Concerto della Wiener Philharmoniker, le cose  a mio giudizio sono ahimé cambiate in peggio.  In passato, gli orchestrali maschi della Filarmonica di Vienna si sono  sempre esibiti indossando per le performances diurne lo stroller suit e per le performances serali il frac, intrepretando molto correttamente il piu' rigoroso  dress code.  Da quanto si  legge tale Compagnia si avvale dal 2014, per  i costumi dei balletti dei concerti di capodanno , della collaborazione della stilista briitannica Vivienne Westwood (negli anni settanta la Westwood contribuì a creare lo stile punk)  e di suo marito l'austriaco Andreas Kronthaler,anch 'egli stilista. Come riportato in questi giorni da articoli apparsi on-line e su alcuni quotidiani (tra cui la Repubblica del 31/12/2016 ), questi  due stilisti, quest'anno in occasione  del 175° anniversario del Concerto di Capodanno con l'Orchestra e con l' abusato obiettivo di coniugare tradizione,innovazione e praticità , hanno disegnato gli abiti che verranno stabilmente indossati dai  componenti  dell’Orchestra Filarmonica di Vienna. Per quanto riguarda l'abito maschile  la coppia Westwood /Kronthaler si è inventato il “Philarmonic suit “, un insieme utilizzabile in due versioni ( un unico abito al posto di due) che abbiamo già visto  indossato nella versione diurna dagli Orchestrali e dal venezuelano  Gustavo Dudamel , Direttore di questo Concerto del 2017. Il Philarmonic Suit non è altro che un anomalo ibrido tra morning coat e frac .La versione da mattina  (il disegno a sinistra dell'immagine allegata) è costituita  da una giacca nera con code monopetto a singolo bottone, realizzata  in un leggero mohair. La giacca di fatto  è uguale a quella di un morning coat a code corte da cui pero' si differenzia per avere i  revers a lancia completamente rivestiti da un satin opaco di seta nera. La giacca è associata ai classici pantaloni a righe grigie e nere, ad un gilet grigio perla doppiopetto ed ad una cravatta argentata in seta  con ricamato il logo della Filarmonica di Vienna. Lo stesso completo verrà indossato anche per i concerti serali  cambiando, nella versione da sera, semplicemente il gilet ed il tipo di  cravatta che verranno  sostituiti da gilet e papillon in piquet bianco, tipici da white tie (il disegno a destra).

 


Risultati finali di  questa  sorprendente idea:

a) una giacca formale da mattina con revers interamente rivestiti di seta; è pero' da rilevare, a limitazione della non felice scelta,  che l'opacità del satin attenuando di  molto il contrasto della seta da' nell'insieme l'idea di un classico morning coat, pertanto appropriato per esibizioni  diurne;

b) una giacca formale da sera con code ma abbottonabile e dulcis in fundo (orrore degli orrori)  dei pantaloni da sera a righe.

Triste è constatare che nella società attuale, continuamente alla rincorsa dei miti dello svecchiamento e della contemporaneità, anche le istituzioni piu' tradizionali (in questo caso la Wiener Philharmoniker ) prima o poi finiscano col cedere alle lusinghe di qualche  “stilista”.

 

 

 

 

 

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INVIO

Giancarlo Maresca

 

Illustre Cavaliere Nocera,

in alto pubblico un frame tratto dal filmato del Concerto di Capodanno 2017 dei Wiener Philarmoniker, come diffuso dalle televisioni del mondo. L'effetto del pastrano indossato dal direttore è a tutti visibile. L'insipienza, anzi l'inesistenza della linea, si abbina perfettamente alla goffaggine dei pantaloni lunghi e dal fondo troppo stretto, sia in relazione alla foggia in generale che per poter accogliere le zampogne calzate dal maestro. 
 
 
Chi ha visto il concerto avrà notato il modo sgraziato con cui cadeva e si muoveva l'abito, scosso dal gaio agitarsi del direttore. Gran parte dell'incapacità di questo arnese di vestire un uomo viene dalla tecnica impiegata, lontanissima da quella sartoriale. Come si vede in questo secondo frame, i quarti anteriori sono interi, cioè in un sol pezzo dalla spalla al fondo, mentre nella tradizione gli abiti a coda hanno la parte superiore separata dall'inferiore da una cucitura orizzontale in vita. In tal modo il tronco può essere avvitato e piazzato in modo da restare immobile mentre la gonna, divisa in code, è lasciata libera di svolazzare nel frac o di gonfiarsi dolcemente e solennemente nel tight. Niente di tutto questo nel pasticcio combinato dalla Westwood, che ha cercato di ottenere un po' di forma affidandosi a una singola pince. Più o meno come voler appendere le Sette Opere di Misericordia allo stesso chiodo del calendario. 
 
 
In questo terzo scatto si vede come anche la schiena sia realizzata in due teli e non in quattro, come in un vero morning coat. La cucitura centrale non lascia adito a dubbi.
 
 
Nel quarto frame si apprezza la scollatura del capospalla, esageratamente profonda. Se il morning coat non chiude in alto, la rastrematura verso dietro  parte troppo in basso, il che può dar luogo a due sole configurazioni, entrambe brutte a vedersi: 1) S parte con un'angolazione decisa, che spezza la linea rovinando il davanti. 2) Si chiude il davanti con un'angolazione equilibrata, che però non ha modo di stringere quanto necessario e così lascia sul dietro due code ingombranti, che conferiuscono alla figura la poco apprezzabile somiglianza con uno scarafaggio. In questo modo:
 
 
Rattristato dal disastro, aggravato dal taglio grossolano dei gilet e segnatamente di quello a lutto del direttore, ne concludo che alla lunga ogni cosa toccata dalle telecamere televisive deve per forza rispondere a un'idea del gusto di massa che non potrò, non potremo mai condividere. E non perché le masse manchino del tutto di buon gusto, tutt'altro. Il vero problema è che la comunicazione destinata alle masse trova conveniente, sia per motivi economici che per mancanza di vero talento, presentare loro sempre e solo una via in discesa. "Lasciate la via su cui vi eravate incamminati - mi sembra di sentir sussurrare a una voce gli stregoni mediatici - e seguiteci su questa, dove è tutto più facile prima, durante e dopo. Non dovrete più preoccuparvi di sbagliare, anzi ci faremo una bella risata se qualcuno oserà dirlo e vedrete che saranno tutti d'accordo con voi, perché il posto meraviglioso dove vi abbiamo portato è il Paese dei Balocchi, dove lo sbaglio non esiste".
 
Dal Grillo Saggio è tutto  per ora.

Giancarlo Maresca
 
da , lunedì 2 gennaio 2017 alle ore 11:18:10
INTERVENGA

 

 

 

 

 

 

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INVIO

Antonio De Lucia

Gentilissimi Cavalieri e Amici, il mio intervento è solo per sottolineare quanta superficialità si nasconde anche nei semplici interventi di costoro che occupano posizioni di rilievo in Teatri nobili e antichi. In risposta all'Illustre Cavalier Martino, il costo per la confezione di duecento abiti per gli orchestrali non rappresenta una immane tragedia, uno perché spesso i fondi vengono gettati dalla finestra in altro modo, secondo perché esistono alcune fabbriche nel napoletano di abiti che, pur non essendo eccelsi rispetto a quelli interamente eseguiti a mano, rispettano per grandi linee le misure di ogni singolo acquirente sulla falsariga del "made to measure" a prezzi altamente competitivi. Se aggiungiamo che il prezzo stesso può essere "arrotondato" se parliamo di un numero interessante come ad esempio duecento unità, parliamo davvero di pretesti. Se 280 scudi possono essere considerati un prezzo scandaloso per confezionare un abito che viene utilizzato una volta l'anno, allora è evidente che qualcosa non va...


da Napoli, domenica 10 marzo 2019 alle ore 19:29:31

Giovanni Martino

Illustre Cavalier Nocera,

nell’ultimo Capodanno, mentre assistevo in televisione alla pregevole esecuzione del Concerto da parte dell'Orchestra della Fenice, ho sperimentato anch’io quel retrogusto di trascuratezza, dovuto all’inappropriato dress code degli orchestrali, già evocato nel Suo precedente intervento.

Sappiamo che a molti questi possono apparire come rilievi marginali, rispetto allo spessore culturale dell’evento.
Ma anche l’appropriatezza di un dress code è indice di consapevolezza culturale…

L'immagine del Teatro - tanto curata nelle splendide decorazioni architettoniche, negli arredi, nelle coreografie e nei costumi dei balletti –, come quella della città e dell’Italia (vista l’internazionalità dell’evento), meritano questo supplemento di attenzione.

Non ho resistito quindi alla tentazione di indirizzare alla Direzione artistica del Teatro la mia osservazione. 
Con fortuna maggiore di quanta ne è toccata in passato ad analoga iniziativa Sua e del Gran Maestro: ho infatti ricevuto una cortese risposta da parte del Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro, Fortunato Ortombina.

Il Sovrintendente, sottolineando i risultati raggiunti in questi anni di rilancio dell’Istituzione, non ha ritenuto peregrina la mia segnalazione: ha assicurato che ci sarà una riflessione sull’argomento, sia pure evidenziando il costo non indifferente che comporterebbe l’ampliamento del guardaroba dei duecento orchestrali (considerato anche che un tight – o un mezzo tight - sarebbe utilizzato probabilmente solo una volta l’anno).

Magari si tratta di una risposta di circostanza. Però mi sembra doveroso segnalare un apprezzabile segno di attenzione: di questi tempi, non è poco.

Giovanni Martino

da Roma, mercoledì 16 gennaio 2019 alle ore 22:50:42
INTERVENGA

 

 

 

 

 

 

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INVIO

Arcangelo Nocera

  • Illustre Cavalier Martino , molte grazie per questa Sua segnalazione. Sono molto contento che Lei  sia riuscito a portare a termine un'istanza da me perorata senza successo tre anni fa. La risposta da Lei ricevuta da parte del Sovraintendente e Direttore Artistico della Fenice Fortunato Ortombina dimostra che quando si è convinti della giustezza di una propria idea  bisogna sempre insistere nel proporla. Credo che comunque le difficoltà  ventilate  dallo stesso Sovraintendente, rappresentate dal grosso impegno economico per l'ampliamento del guardaroba degli orchestrali , rappresentino solo una scusa per non affrontare il problema sia perchè  tutti gli orchestrali che operano ed abbiano operato in importanti orchestre sinfoniche e prestigiosi teatri lirici già  possiedono in genere di default abiti da mattina/ pomeriggio ed abiti da sera per le loro esibizioni sia perchè intorno a teatri quali la Fenice si muovono budgets  di notevole rilevanza, sicuramente capaci di sostenere spese di vestiario per gli orchestrali.                                                                                                               Con stima,                                                                                                                                                                   Angelo Nocera                                                                                                                  

                  




da Genova, giovedì 17 gennaio 2019 alle ore 17:20:24

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